I dati ISA confermano l’affidabilità fiscale dei dentisti

Nei giorni scorsi il MEF ha pubblicato i nuovi dati ISA relativi alla dichiarazione dei redditi per il periodo d’imposta 2023 e tra questi i dati ISA DK21U (attività degli studi odontoiatrici e delle imprese operanti in ambito odontoiatrico).

I primi frettolosi commenti offerti dai media appaiono scritti con eccessiva superficialità e con la stessa modalità della cronaca scandalistica.  Una materia così tecnica, invero, ha bisogno di tutt’altro ed innanzitutto di comprendere che non si è più nell’era degli studi di settore e degli indici di congruità ma, ormai da sette anni, si è passati ad un diverso sistema fondato sull’affidabilità fiscale.

Detto ciò, è possibile dare una primissima valutazione ai dati ISA in attesa di redigere il consueto approfondimento annuale, che verrà stilato non appena saranno noti anche i dati elaborati dall’Agenzia delle Entrate.

L’attenzione è rivolta principalmente ai dati che riguardano gli studi monoprofessionali con reddito dichiarato superiore a 30.000 euro, non solo perché rappresentano ancora i due terzi dell’intera platea soggetta ad ISA, ma anche perché l’analisi delle associazioni professionali, delle S.r.l e delle S.T.P. è decisamente più complessa, a causa delle ulteriori variabili presenti.

Il primo aspetto da rilevare riguarda la media dei compensi dichiarati, che è aumentata quasi del 4%, mentre il reddito medio è cresciuto di circa l’8% rispetto al 2022.

Questi dati positivi confermano l’alta affidabilità della categoria che posiziona in zona premiale circa il 60% degli odontoiatri italiani. Ciò significa che la maggior parte dei dentisti sono tanto affidabili da meritare un premio col punteggio da 8 a 10. Per il restante 40% non è dato ancora sapere quanti sono coloro da ritenersi comunque affidabili con un voto da 6 a 8 ma, con l’esperienza degli scorsi anni, è lecito ritenere che solo una esigua minoranza degli odontoiatri, intesi come persone fisiche (15-20%) non raggiungano la sufficienza di affidabilità fiscale con un voto inferiore al 6.