Scade il prossimo 30 settembre il termine per aderire al Concordato Preventivo Biennale (CPB) per il biennio 2025/2026.
I contribuenti interessati, quindi, entro la suddetta data dovranno comunicare all’Agenzia delle entrate, mediante l’invio telematico del modello CPB 2025/2026 debitamente compilato, la volontà di aderire all’istituto concordatario. In merito, è utile sottolineare come per quest’anno il termine per l’invio dell’adesione al CPB (30 settembre) anticipa di un mese quello relativo alla trasmissione della dichiarazione dei redditi (31 ottobre).
Relativamente al CPB, si ricorda che esso consiste in un accordo volontario con il fisco mediante il quale il contribuente accetta di determinare e pagare le imposte in base al reddito predefinito con l’Agenzia delle entrate in luogo di quello effettivamente realizzato. Verosimilmente, quindi, l’adesione al CPB può essere presa in considerazione da quei contribuenti che, per il periodo oggetto di concordato (nel caso di specie il biennio 2025/2026), prevedono di conseguire redditi effettivi più elevati rispetto a quelli contenuti nella proposta recapitata dall’Agenzia delle entrate.
La scelta di aderire o meno al CPB, in ogni caso, deve essere attentamente ponderata, anche alla luce di due particolari questioni: da un lato le modifiche apportate alla disciplina del CPB dal decreto correttivo dello scorso giugno (D. Lgs. n. 81/2025), dall’altro la possibilità di aderire al nuovo ravvedimento speciale.
Per quanto riguarda le nuove regole, va sottolineato che, in virtù dell’esclusione dei forfettari, il CPB è ormai riservato ai soli contribuenti soggetti agli indicatori di affidabilità fiscale (ISA) e che per i professionisti organizzati in associazione professionale o società tra professionisti (STP) l’adesione è condizionata a quella di tutto il sodalizio. In altre parole, per tali soggetti l’adesione al CPB è possibile soltanto nel caso in cui aderiscano contestualmente la stessa STP (o l’associazione professionale) e tutti i professionisti membri della medesima organizzazione.
È infine opportuno ricordare che l’adesione al CPB costituisce condizione necessaria per usufruire del nuovo ravvedimento speciale, afferente alle annualità dal 2019 al 2023. In buona sostanza, si tratta di una vera e propria sanatoria – considerando che con l’adesione al ravvedimento il contribuente non potrà subire accertamenti se non in casi molto limitati – che si perfeziona con il versamento di una imposta sostitutiva la cui entità è determinata sulla base del punteggio ISA raggiunto dal contribuente nelle diverse annualità oggetto del ravvedimento. Di fatto, una opportunità di “chiudere i conti” con il fisco relativamente a una o più annualità tra il 2019 e il 2023.
Andrea Dili
Dottore commercialista