Svolta per la vaccinazione degli Odontoiatri in Sardegna?

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Grazie alle continue pressioni degli organi rappresentativi della categoria, anche per i dentisti sardi sembra stia arrivando l’inizio della vaccinazione contro il COVID-19. Il quadro dell’evoluzione di queste ultime ore è tracciato dal Presidente di ANDI Sardegna, Andrea Còntini, che sottolinea i problemi generali dovuti alla pandemia e l’apertura ricevuta da parte della Regione sulla campagna di vaccinazione per la categoria odontoiatrica.

Al momento è annunciata per lunedì 15 febbraio la partenza della vaccinazione per le province di Oristano e Sassari, mentre da Cagliari e Nuoro non sono ancora giunte conferme ufficiali.

Dottor Còntini, un suo commento sulla situazione vaccini nella vostra Regione per il settore odontoiatrico.

In seguito ad una nostra forte iniziativa verso la Regione e le ATS, ci è stato promesso l’inserimento degli Odontoiatri e dei dipendenti di studio nel protocollo vaccinale e l’inizio delle vaccinazioni a partire da lunedì 15, almeno in alcune ATS. Vedremo se le promesse saranno mantenute.

Un suo commento sulle misure di sicurezza e sui protocolli all’interno degli studi odontoiatrici. Come odontoiatra privato cosa proporrebbe? Quali modifiche attuerebbe?

I protocolli sono validi e questo è dimostrato dall’inesistenza di pazienti che si siano contagiati all’interno degli studi odontoiatrici, anche perché sono i protocolli che in origine avevano lo scopo di combattere epatite C o AIDS. Ad oggi li trovo idonei e; vedremo quanto rimarranno tali, in base ai risultati dell’efficacia vaccinale ed al raggiungimento dell’immunità di gregge. Adesso, certamente, non si può più pensare di lavorare senza queste protezioni, come ad esempio le FFP2.

In che modo la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto sulla capacità di fornire assistenza?

L’impatto principale l’ha avuto sulle strutture pubbliche che non forniscono più cure odontoiatriche, i poliambulatori delle ATS in Sardegna, infatti, non erogano più tale assistenza da circa un anno, se non per quanto riguarda prestazioni estremamente semplici. Quindi, abbiamo un sistema sanitario pubblico che non funziona più; noi Odontoiatri liberi professionisti abbiamo lavorato anche durante il periodo del lockdown e continuiamo a lavorare per i cittadini pazienti, nonostante e stiamo affrontando problematiche come perdita di produzione, perdita d’incassi, allungamento delle procedure e forte aumento dei costi.