Nuovo Vademecum ANDI Sicilia sugli adempimenti del Decreto Regionale 20/2024 per l’autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie

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Lo scorso 26 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il nuovo decreto della Regione Sicilia, il n. 20 del 9 gennaio 2024, dell’Assessorato della salute.

In ragione del D.M. Salute del 26 settembre 2023 e di quanto stabilito nelle Intese Stato-Regioni, l’Assessorato ha decretato l’adozione di elenchi separati in cui siano riportati, rispettivamente, i requisiti generali organizzativi, strutturali e tecnologici, per l’autorizzazione all’esercizio di tutte le attività sanitarie. Il decreto chiarisce le nuove fattispecie e lo fa in ragione della complessità organizzativa delle strutture, e ciò naturalmente ha ricadute anche in ambito odontoiatrico.

Si tratta di un decreto che va in direzione e coerenza di quanto in oggetto al precedente decreto, il n. 436 del 2021, in materia di “Semplificazione del sistema di requisiti generali organizzativi, strutturali e tecnologici per l’esercizio delle attività sanitarie e per l’accreditamento istituzionale”. Il Dipartimento regionale ANDI Sicilia, in ragione dell’importanza di questo tema, si era già fatto carico di proposte concrete e, sia per sostenere i colleghi odontoiatri siciliani, che per indicare un percorso proattivo, in forza al suo ruolo di maggiore sindacato di categoria e di riconosciuto corpo intermedio.

La risposta è stata l’elaborazione di un VADEMECUM di ANDI Sicilia, una guida pratica per favorire e rendere sostenibile l’adempimento ai requisiti oggettivi di valutazione introdotti dal decreto n.436 . Uno strumento condiviso dalle CAO siciliane, reso disponibile e, in premessa alla fase di proposta ufficiale, a tutte le rappresentanze di categoria, oggi possiamo dire, strumento apprezzato dai massimi Dirigenti della Sanità siciliana.

Criteri attuativi, quelli del decreto n. 436 , che hanno integrato , rispetto al passato , i requisiti che erano previsti nell’iter per il conseguimento dell’autorizzazione sanitaria; e che in termini procedurali avevano generato difficoltà, e di fatto, lievitare i tempi necessari al conseguimento dell’autorizzazione.

Il Vademecum di ANDI Sicilia, a cui abbiamo lavorato per diversi mesi , insieme al Dott. Luigi Traversa, e con il coordinamento e la guida attenta ed esperta del nostro Segretario sindacale regionale , Dott. Luigi Burruano , contribuisce concretamente alla semplificazione dello svolgimento delle verifiche , e sia di quelle finalizzate alla valutazione del possesso e del mantenimento dell’autorizzazione, che per il rilascio delle nuove autorizzazioni sanitarie.

Ma, soprattutto, è uno strumento per ridurre i tempi necessari al raggiungimento del via libera all’apertura di un nuovo studio – sottolinea il Segretario sindacale di ANDI Catania, Agatino Di Stefano -. Ritardi che, ricordiamo, all’esordio del primo decreto, hanno fortemente minato il principio di “medicina di prossimità”, come peraltro ebbe modo di segnalare pubblicamente, e dopo un’attenta analisi sugli effetti del decreto, il Dott. Burruano, divulgando una comunicazione a firma congiunta con il Presidente regionale ANDI, Dott. Cannavò.

Oggi, grazie all’aggiornamento del Vademecum, siamo pronti per continuare a permettere ai nostri colleghi di adempiere al nuovo decreto n. 20/2024.

Proseguiremo, dunque, a sostenere la professione e lo sviluppo del modello libero professionale. E lo faremo in conformità a quanto previsto dal Programma Operativo di Consolidamento e Sviluppo della nostra regione, guidando e stimolando i colleghi verso una crescita, come nella tradizione di ANDI, ma nell’ottica del consolidamento dei risultati fin qui raggiunti dalla nostra sanità regionale. Perché l’odontoiatria privata – insieme a quella pubblica ospedaliera e convenzionata – è parte integrante della Sanità siciliana.

Risulta, dunque, fondamentale, oltre che un obbligo di legge, sviluppare nei nostri studi un documento programmatico che analizzi i flussi di lavoro e consenta di elaborare un piano annuale delle attività. Quella leva strategica per accelerare i processi innovativi che dovranno necessariamente avvenire, radicando capacità attraverso autoanalisi, governo dei dati e introduzione di sistemi e metodologie di
programmazione.

Questo non soltanto in tema di verifica e valutazione di criteri autorizzativi ma, soprattutto, di confronto e condivisione all’interno del team odontoiatrico.

Perché solo investendo sulla valorizzazione delle risorse umane e professionali , potranno determinarsi quelle condizioni atte al miglioramento continuo della qualità dei servizi e dello stato di benessere della popolazione. La sfida futura deve essere, da un lato, far meglio comprendere alla politica regionale, il determinante ruolo del medico odontoiatra, nel perseguire l’interesse comune della tutela della salute dei cittadini e, dall’altra, stimolare la politica, nell’individuare risorse economiche atte a garantire la sostenibilità gestionale, che è sinonimo di innovazione negli studi odontoiatrici privati.

Perché va riconosciuto che è strategicamente fondamentale il modello odierno di medicina di prossimità offerto e garantito dagli studi odontoiatrici privati. Studi che, in Sicilia come nelle altre regioni italiane, sono capillarmente distribuiti sul territorio. Bisogna anche evidenziare alla politica , che è altrettanto decisivo, guardare al futuro investendo risorse attraverso bandi pubblici che rendano ammissibili anche i progetti imprenditoriali di digitalizzazione degli studi odontoiatrici, di sostegno ai giovani professionisti che intendono aprire una struttura odontoiatrica o per sostenere l’investimento necessario al subentro in uno studio preesistente.

Questi supporti assumono maggior rilevanza vista la gobba pensionistica in atto. Strutture che potranno continuare a garantire, quella continuità assistenziale e tutela della salute orale necessaria, ma che è altrettanto importante, sia espressione di innovazione e qualità delle cure. Per questo serve un sostegno concreto agli investimenti. La sostenibilità dei costi delle cure odontoiatriche, considerato l’impatto che le malattie del cavo orale hanno sulla salute generale della popolazione, con inevitabile ricaduta sui costi della spesa sanitaria regionale, è la sfida vera del futuro, soprattutto, se si rivelasse concreto lo scenario di un’autonomia differenziata.

Credo. pertanto, sia necessario maturare consapevolezza per la nostra categoria, che le richieste che rivolgeremo al decisore significhino anche offrire una visione solidale e consapevole del momento storico che stiamo attraversando e, certamente, un’idea chiara di sviluppo sostenibile della nostra professione.

In ciò che è avvenuto in Sicilia c’è davvero molto – sottolinea il Segretario sindacale regionale, Dott. Luigi Burruano – , anche più di quanto possa sembrare ad uno sguardo veloce: ANDI ha offerto all’Assessorato regionale della Sanità la propria capacità, la propria competenza. L’ha offerta e, poi, data nel concreto: ci siamo proposti come interlocutori, come collaboratori e questo siamo realmente stati. Ci sono stati riconosciuti attenzione e impegno, capacità di collaborazione attiva e propositiva. Abbiamo stabilito un’alleanza. L’interpretazione esatta, corretta ed equa di tutta una serie di norme che devono avere attuazione è stata una nostra vittoria. Ma anche un contributo vantaggioso per l’Assessorato e gli organismi preposti al controllo e alla verifica della presenza dei requisiti nelle strutture odontoiatriche.
Certo, la sinergia sperimentata ha prodotto tanti risultati.

Dal punto di vista pragmatico, con il Vademecum è stato offerto un valido aiuto ai nostri iscritti e ai nostri colleghi odontoiatri. L’univoca interpretazione delle norme regionali e la loro attuazione sono cose di non poco conto perché il nostro lavoro e la nostra professione possano essere svolti senza troppi e logoranti questioni burocratiche da gestire.

Più a monte, ANDI Sicilia è stata partecipe e coprotagonista nel percorso che ha permesso di conciliare le norme regionali di natura generale con la realtà vera dei nostri studi e dei nostri ambulatori, differenti non solo per ‘tipologia’ e ‘complessità’ dalle altre strutture sanitarie, ma anche e soprattutto per le loro peculiarità: individuarle e normarle significa, allora, renderle anche più gestibili.

È una strada nuova e anche lunga, ma siamo pronti perché il nostro impegno e la fattività di ANDI sono come gli esami del grande Edoardo De Filippo: non finiscono mai.”

Dott. Andrea Cannavò
Presidente ANDI Sicilia
Dott. Luigi Burruano
Segretario Sindacale Regionale
Dott. Agatino Di Stefano
Segretario sindacale ANDI Catania