Il Comitato ristretto della Commissione Cultura del Senato adotta il testo base per l’accesso alla facoltà di Medicina, Veterinaria e Odontoiatria e delega il Governo ad adottare entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso a questi corsi di laurea.
Ma in realtà è libera solo l’iscrizione al primo semestre, lo sbarramento avviene comunque al passaggio al secondo semestre, disponibile solo per chi avrà conseguito i crediti formativi che saranno stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre svolti secondo standard uniform… e quindi un test unico nazionale? Redigere una graduatoria nazionale eseguendo esami e test locali potrebbe avere alcune criticità…
Se accettiamo ideologicamente il nuovo programma, il contesto in cui si sviluppa potrebbe contenere alcuni elementi, da sempre critici e quindi intoppo non semplice da superare.
Senza dubbio potenziare la capacità ricettiva delle Università diviene presupposto indispensabile alla riuscita del percorso formativo e quindi ci sarebbe prima da esplorare quanti degli attuali Corsi di Laurea sarebbero in grado di aumentarla, non solo per parametri economici, ma strutturali. Il parametro economico non può giustamente essere in relazione al numero di studenti, almeno non nella prima fase, ma alle risorse necessarie sia umane che strutturali e tecnologiche. Quantificabili in? A questo aggiungiamo la necessità di alloggi e sistemazioni (le mense!) per i fuori sede, che a questo punto sarebbero esposti a speculazioni varie, considerando anche l’impossibilità di garantire contratti annuali… ma questo è un problema dello studente (e delle loro famiglie!) da sempre.
Pienamente d’accordo con la necessità di adeguare il numero di professionisti che proseguiranno il percorso al fabbisogno determinato dal SSN in collaborazione con il Ministero della Salute, così come nella ripartizione delle specializzazioni. Ci aspettiamo che le modalità siano rese pubbliche, trasparenti, in relazione a parametri reali e che nella decisione finale siano integrati gli Ordini professionali, dato che in odontoiatria ben pochi sono i professionisti che vengono reclutati dal SSN.
Un punto interessante inserito nell’articolo 2 del testo base richiede che nelle scuole secondarie di secondo grado si organizzino percorsi di orientamento e sviluppo delle vocazioni e si promuovano, in collaborazione con le università, percorsi di formazione e di preparazione ai corsi di laurea magistrale.
Si potrebbe forse pensare di potenziare questa fase di formazione, adeguando programmi e strutturando stage formativi specifici, semmai dedicando l’ultimo trimestre a programmi un po’ più orientati a scelte derivate dai percorsi di orientamento sviluppati precedentemente. Il test di accesso sarebbe strutturato ugualmente sulle discipline qualificanti e terrebbe conto del curriculum formativo dello studente. Probabilmente con un investimento più calibrato e sostenibile si raggiungerebbe un risultato sovrapponibile.
Bruno Oliva
Segretario culturale nazionale ANDI