L’azione di ANDI per l’affermazione del modello STP: una storia di visione e determinazione

L’azione di ANDI per l’affermazione del modello STP: una storia di visione e determinazione

Nel 2017, con il “Decreto concorrenza” (DL 124/2018), venne decretata “…la legittimità dell’esercizio della attività odontoiatrica alle società operanti nel settore odontoiatrico le cui strutture siano dotate di un Direttore sanitario iscritto all’Albo degli Odontoiatri e all’interno delle quali le prestazioni di cui all’articolo 2 della legge 24 luglio 1985, n. 409, siano erogate dai soggetti in possesso dei titoli abilitanti di cui alla medesima legge…”

ANDI non fu d’accordo: non si poteva consentire un mercato che privilegia gli interessi economici dell’investitore senza rispetto per il cittadino paziente, nel quale la prestazione sanitaria diventa un servizio sul quale generare profitto attraverso una organizzazione commerciale della attività odontoiatrica che privilegia l’erogazione di servizi finalizzati all’ottenimento del miglior risultato economico per l’attività, mortificando il diritto alla salute del paziente e l’autonomia clinico-diagnostica del professionista.

In un contesto europeo di liberalizzazione di tutti i settori, allo scopo di rimuovere ostacoli amministrativi e proteggere i consumatori, consapevoli che il “Decreto Bersani” (Legge 4 agosto 2006, n. 248) avesse abrogato il divieto di esercitare le professioni intellettuali in forma societaria, ANDI decise pertanto di promuovere nel nostro settore il modello della Società Tra Professionisti (STP), cioè una struttura societaria esclusivamente utilizzabile per l’attività professionale sulla quale in pochi all’epoca credevano.

Molti, al contrario – anche all’interno della categoria odontoiatrica –, erano convinti che la STP, oltre a non aver avuto un passato, non avrebbe avuto futuro sia a causa dei vincoli di natura fiscale ed organizzativa sia per la diffusa convinzione che organizzare i propri studi in STP sarebbe stato più complesso e meno conveniente rispetto all’utilizzo del modello ibrido e sbagliato rappresentato dalla cosiddetta “srl odontoiatrica”.

Per tali ragioni puntare sullo sviluppo della STP rappresentava allora una scelta particolarmente coraggiosa, anche se ineludibile, per quei dentisti che avevano intuito le potenzialità di tale strumento.

Con questa convinzione ANDI ha prima chiesto ai suoi consulenti di fiducia di approfondire la natura giuridica della STP, nonché di sviluppare e testare il modello STP in odontoiatria; poi, una volta comprese le opportunità che potevano sorgere dal corretto utilizzo del modello societario, ha costruito una strategia su due direttrici: una indirizzata alla categoria, l’altra rivolta verso politica e istituzioni.

Sul piano interno è stata sviluppata una campagna informativa/formativa volta a promuovere presso gli Associati l’utilizzo del modello societario, declinato in forma STP, con la realizzazione di webinar, convegni e seminari su tutto il territorio nazionale.

L’Associazione ha evidenziato per prima come l’incrocio tra STP e regime forfettario dei Soci professionisti avrebbe potuto (e può) generare notevoli risparmi nelle imposte da versare all’erario.

Mentre su quello delle relazioni politico-istituzionali sono state avviate e consolidate relazioni volte a far comprendere al decisore politico che la STP, se correttamente regolamentata, avrebbe potuto rappresentare un driver di sviluppo dell’intero comparto di tutti i servizi professionali oltre che di sicura tutela per il cittadino.

Proprio da queste interlocuzioni sono nati provvedimenti che i liberi professionisti attendevano da più di 10 anni (la STP nasce nel 2011), tra cui l’affermazione, primariamente sostenuta presso i decisori da ANDI, del principio di neutralità fiscale nelle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali, obiettivo declinato nella legge delega per la riforma fiscale del 2023 e realizzato con il varo del nuovo articolo 177-bis del TUIR a fine 2024.

L’efficacia dell’azione di ANDI, soprattutto pensando al 2019 e all’immediato post Covid, quando l’Associazione era tra i pochi a credere nella STP, ha trovato un riscontro tangibile sia sul piano meramente fattuale, considerando il forte incremento del numero delle STP con attività prevalente in odontoiatria (+50% negli ultimi due anni), sia sul piano strettamente “culturale”, visto che anche sul mercato della formazione specialistica si è passati da convegni sulla srl odontoiatrica a incontri, seminari e corsi aventi a oggetto la STP.

Oggi sono alla discussione parlamentare altri fondamentali passaggi: innanzitutto l’articolo 9 del Disegno di Legge annuale per il mercato e la concorrenza, in discussione al Senato, che stabilisce nuovi parametri in merito ai limiti alla partecipazione nelle STP dei soci finanziatori, attraverso un meccanismo che bilancia l’esigenza di assicurare ai soci professionisti il controllo e la governance della società e l’opportunità di accedere a risorse finanziarie apportate da soggetti esterni, capitali spesso indispensabili per mettere in atto gli investimenti necessari alla crescita e alla stabilizzazione dell’attività. Altresì è in fase di avanzata discussione la riforma del comma 153 del DL 124/2018, con lo scopo di riordinare l’esercizio della attività odontoiatrica consentendo tali attività solamente alle STP, finalmente proteggendo i cittadini dagli innumerevoli abusi che le società commerciali in questi anni hanno attuato nei loro confronti contemporaneamente riassegnando agli Odontoiatri, professione protetta, le responsabilità che esclusivamente competono loro.

Dall’esito dei dibattiti parlamentari in corso si potrà finalmente ricondurre una attività professionale sui binari di una legittima concorrenza fra soggetti abilitati alla professione, non più soggetti ai condizionamenti del capitale ma pienamente autonomi nelle scelte e responsabilità delle loro attività di diagnosi e cura.