Appello di Ghirlanda (ANDI) alla Camera dei Deputati – Audizione su Disegno di Legge: ”Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria” (DDL 2365)


Il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda, ha portato un messaggio chiaro e specifico in audizione alla XII Commissione – Affari sociali – della Camera dei Deputati, intervenendo su alcuni contenuti del Disegno di Legge “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria” (DDL 2365).

Tra i passaggi principali sottolineati dal Presidente ANDI uno specifico commento è stato riservato all’art.1 del DDL nel quale si affronta il tema dell’atto medico, specificamente da esplicitare riservato al Medico e all’Odontoiatra, ai quali competono diagnosi, prognosi e terapia.

“Il DDL 2365 rappresenta un momento cruciale per rafforzare il sistema sanitario e l’odontoiatria italiana – sottolinea Carlo Ghirlanda nel suo intervento – ed esprimo tutta l’attenzione di ANDI riguardo alla definizione dell’atto medico e ai temi ulteriori della internalizzazione dei servizi, in particolare per quanto riguarda la figura dell’odontotecnico che spesso si trova ad operare in service negli ambulatori pubblici, travaricando la sua funzione di esclusivo fabbricante di protesi su indicazione dell’odontoiatra. Gli odontotecnici non sono figure sanitarie e non possono agire nel cavo orale. Le norme vigenti sono estremamente chiare su questo argomento.
Rivolgo, dunque, un forte appello all’attenzione delle istituzioni per recepire le istanze dell’Associazione”.

Il Presidente Ghirlanda ha poi ribadito come la volontà di contrastare il fenomeno dell’affidamento a terzi dei servizi sanitari, citato all’articolo 7 del DDL, possa rappresentare il passaggio normativo cruciale per riattribuire, finalmente, l’esercizio dell’attività odontoiatrica ai soli soggetti vigilati dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Questo include persone fisiche e Società Tra Professionisti (STP). In questo modo si precluderebbe l’erogazione delle prestazioni odontoiatriche a soggetti giuridici (Società di capitale) non controllabili dagli Ordini provinciali, oggi consentita in base al Decreto 153/2017 e troppo spesso protagonisti di scandali di cronaca per via delle improvvise chiusure di questi ambulatori.