ANDI Catania: collegare le menti, creare il futuro – L’intelligenza artificiale e l’odontoiatria di domani

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“Collegare le menti, creare il futuro” è il titolo che ha ispirato EXPO DUBAI 2021-2022; evento che ha significato per i 191 paesi partecipanti, cooperare e collaborare per il mondo di domani, partendo dalla condivisione dei saperi e delle tradizioni. Alla base dell’innovazione c’è sempre consapevolezza, fondamenta di memoria a sostegno delle società meravigliosamente variegate. Collegare le menti è dunque auspicio indispensabile in tutti gli ambiti della vita per pianificare strategie e indicare percorsi comuni alla ricerca di un futuro da immaginare.

La declinazione della locuzione e titolo di EXPO, all’ambito odontoiatrico, potrebbe ispirare l’esprimere capacità di trasformazione delle nostre conoscenze, per una sostenibilità futura delle cure e della professione di domani. «L’applicazione dell’intelligenza artificiale sta crescendo rapidamente a livello globale e sta rivoluzionando il modo in cui viene affrontata l’assistenza sanitaria, inclusa l’odontoiatria», si legge nel White Paper di FDI (World Dental Federation) – “Artificial Intelligence for Dentistry”, e inoltre – «Non c’è dubbio che il suo uso possa portare benefici ai professionisti della salute orale in molte aree come l’analisi delle immagini, la sintesi dei dati e l’odontoiatria predittiva».

L’ FDI afferma : «l’intelligenza artificiale ha già oggi un impatto rilevante sulla pratica clinica e lo avrà sempre di più in futuro». Le attuali applicazioni si concentrano sul supporto diagnostico e principalmente sull’analisi delle immagini, tuttavia il suggerimento di FDI è :«valutare sempre criticamente l’accuratezza delle informazioni fornite da questi sistemi di supporto diagnostico, poiché la responsabilità finale per qualsiasi decisione derivante dall’utilizzo di un sistema di supporto diagnostico rimane dell’odontoiatra».

Premesse lapalissiane ma necessarie per parlare di Intelligenza Artificiale.

L’odontoiatria del futuro sarà sempre più predittiva, preventiva, personalizzata e partecipativa, come d’altronde tutte le branche della medicina. Gli esperti sostengono tuttavia che, perchè questo scenario possa realizzarsi al meglio, dovranno necessariamente essere impiegati sempre più dati e strumenti tecnologicamente avanzati, sufficientemente testati e supportati da prove scientifiche. Necessiterà basare l’attività medica, oltre che sulle conoscenze e competente cliniche maturate, su modelli predittivi matematici integrati all’ambito globale della ricerca. La disponibilità di dati in ambito medico è cresciuta
enormemente, così come le fonti da cui esse provengono.

Accanto ai dati tradizionali “strutturati” (cartelle cliniche,Medline,linee guida e database) sono sempre più disponibili dati “non strutturati” (come testi,immagini,suoni,sensori,dispositivi). Si stima che circa l’80% dei dati generati quotidianamente non siano strutturati e che ogni anno in ambito medico c’è un incremento del 36% dei dati sanitari, dovuto alla ricerca e all’aumento di conoscenze.

Gli algoritmi di intelligenza artificiale, in ambito medico sono oggi utilizzati proprio per interpretare questa enorme mole di dati, al fine di identificare possibili relazioni causa-effetto tra i dati stessi e le patologie di cui un paziente è affetto.

Negli ultimi decenni l’introduzione di innovative strumentazioni e di sistemi gestionali, costruiti su modelli machine learning generati dall’intelligenza artificiale, hanno determinato una vera e propria rivoluzione della diagnostica, delle cure e della gestione del follow-up dei pazienti, e ciò in tutti gli ambiti della sanità. Tali impieghi si stanno rapidamente diffondendo, rivelando quadri valoriali sostanziali, anche se rappresentano solo l’inizio dei potenziali scenari futuri di applicazione e andrebbero istruiti sempre più adeguatamente al fine di evitare distorsioni di valutazione, in gergo tecnico bias. Di fatto questi algoritmi non risultano ancora accurati e precisi, e per vari aspetti ciò ne ha determinato limitazioni di applicazione.

Tuttavia, fra i vantaggi più importanti resi dall’IA in odontoiatria, è innegabile l’aver sensibilmente migliorato la comunicazione medico–paziente, permettendo di creare immagini e video di modelli digitali personalizzati, utili nelle simulazioni per istruire e/o informare i pazienti in fase di diagnosi e di presentazione del piano terapeutico. Supportano inoltre il clinico in diverse branche, e sia nella diagnosi, che nella scelta del più adatto e/o idoneo piano di trattamento. Tutto questo, naturalmente, nutre in modo significativo il principio di alleanza terapeutica, migliorando compliance e fiducia nel medico curante.

Tale approccio, è auspicabile consentirà nella sua evoluzione futura, sempre più e meglio, l’adattare le terapie alle esigenze specifiche di ciascun paziente, e attraverso simulazioni, il poter elaborare previsioni sui rischi e valutazioni sulla reale efficacia di un percorso terapeutico. Ma soprattutto, consentire una maggiore e più complessiva considerazione delle variabili legate all’individualità, e assumere decisioni maggiormente consapevoli del quadro clinico specifico, nel pieno rispetto dell’unicità. Il viaggio verso il futuro è già iniziato, ma nonostante i risultati già raggiunti, diverse le sfide all’orizzonte per ottimizzare, regolamentare e professionalizzare il dialogo tra intelligenza artificiale e pratica clinica odontoiatrica.

Il paventato rischio di una ridotta soggettività umana nel momento di prendere decisioni, non deve rappresentare motivo di esitazione. Gli esperti suggeriscono di adattare le varie forme di intelligenza artificiale alle necessità e peculiarità di ogni branca sanitaria. Ma soprattutto, che si rende fondamentale, formare gli specialisti del campo odontoiatrico, affinchè le potenzialità di tali sistemi possano essere espresse e governate in modo consapevole, opportuno, responsabile ed efficace.

Il Ministero della salute ha già prodotto Linee guida all’uso dell’intelligenza artificiale, indirizzandole sia a chi le impiega, ma soprattutto a chi si occupa di sviluppo e integrazione alla sanità di tali sistemi e strumenti. Il Parlamento Europeo ha approvato un Regolamento sull’Intelligenza Artificiale (IA), e questo proprio a garanzia della tutela dei diritti fondamentali legati al promuovere l’innovazione. Esso è frutto di un accordo raggiunto con l’obiettivo di proteggere i diritti fondamentali dell’individuo, oltre che naturalmente la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, dai sistemi di Intelligenza Artificiale ad alto rischio. Se quindi innovazione significa offrire uno sguardo al possibile, è bene ricordare che i regolamenti già oggi stabiliscono obblighi precisi per l’IA, sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto nei vari ambiti del sociale. E’ necessario tuttavia recepirli e declinarli in modo specifico.

L’ IA non potrà mai sostituirsi al controllo o al libero arbitrio dell’essere umano, e questo era già chiaro nel ’56 nelle parole di Alan Turing, che definivano l’IA e ne descrivevano i limiti assoluti. Bisognerà certamente vigilare nell’assicurare trasparenza, intelligibilità e capacità di inclusività, equità e sostenibilità nel suo impiego nella sanità, e ciò soprattutto in una società estremamente dinamica come quella odierna.

Non bisogna immaginare l’intelligenza artificiale come qualcosa che andrà a sostituire il medico; i sistemi dotati di IA offrono certamente capacità di problem solving, ma le decisioni finali rimarranno sempre allo specialista, all’essere umano. Questo, tuttavia, non è risultato di questioni etiche, deontologiche o di responsabilità, è più banalmente un fatto umano.

L’intelligenza e l’assumere decisioni, sono un complesso di facoltà psichiche e mentali che si esprimono esclusivamente mediante processi cognitivi ed emotivi, ma soprattutto attraverso percorsi culturali e intellettuali fondati sulle relazioni umane; l’ Intelligenza Artificiale è tutt’altro. Il cambiamento non deve generare timore o esitazioni, bisogna solo lavorare, nel proprio ambito di competenza, per accrescere capacità nel governare al meglio quei mutamenti, necessari e inevitabili, che possono garantire le migliori opportunità di sopravvivenza, e soprattutto la migliore qualità di vita possibile per il genere umano di oggi e di domani.

Dott. Agatino Di Stefano – Segretario sindacale ANDI Catania