Amalgama: in vigore il Nuovo Regolamento 2024/1849 UE

Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il Regolamento 2024/1849 UE sul Mercurio che, all’art.1, prevede la modifica del precedente regolamento UE 852/2017 nei commi:

a) “a decorrere dal 01 gennaio 2025 l’amalgama dentale non è utilizzata per le cure dentarie nell’Unione tranne nei casi in cui il dentista lo ritenga strettamente necessario per esigenze mediche specifiche del paziente”;

b) “a decorrere dal 01 gennaio 2025 è vietata l’esportazione mentre dal 1° luglio 2026 è vietata la importazione e la fabbricazione di amalgama dentale ……tranne per i casi consentiti per esigenze mediche specifiche”.

In pratica prende il via il divieto, non coercitivo, di utilizzo dell’amalgama dentale ma con un margine discrezionale del dentista in base a determinate esigenze cliniche quali, ad esempio, quelle dove non è possibile, nelle condizioni operative, un controllo completo della umidità del campo operatorio (impedimento all’uso della diga) come può verificarsi nella cura di pazienti fragili o portatori di handicap scarsamente collaboranti o sottoposti a sedazione profonda/ anestesia generale. Questa discrezionalità del dentista non può essere arbitraria ma motivata dalle condizioni cliniche.

Il percorso della dismissione del mercurio per le attività antropiche (compresa l’amalgama dentale) è iniziato con la Convenzione di Minamata del 2013 a seguito del disastro ecologico avvenuto in Giappone a causa dello sversamento in mare, per circa un ventennio, dei residui di lavorazione industriale a base di metilmercurio di una industria chimica. All’inquinamento del mare e dei pesci (elemento principale della dieta) è conseguita la intossicazione cronica della popolazione di un villaggio di pescatori (Minamata) con gravi manifestazioni cliniche sia sugli adulti che dei bambini nati in quel periodo.

Il regolamento sul mercurio UE 852/2017, recependo le indicazioni della convenzione di Minamata, ha introdotto il divieto di utilizzo dell’amalgama dentale nella pratica clinica nei denti decidui, nei minori con età inferiore a 15 anni e nelle donne in gravidanza. Inoltre prescriveva l’uso esclusivo di capsule predosate e l’adozione in ogni studio di un separatore di amalgama sulla linea della aspirazione chirurgica. Il regolamento indicava inoltre ad ogni stato membro di adottare un piano di dismissione dell’amalgama dentale.

Nel novembre 2020 lo stato italiano ha recepito questa indicazione nel “Piano nazionale per l’eliminazione e l’utilizzo della amalgama dentale” che istituiva un apposito gruppo di lavoro (nel quale è presente anche ANDI) per stabilire un percorso di dismissione sia commerciale che clinico dell’amalgama fina alla sua completa eliminazione (phase-out) entro il dicembre 2024.

ANDI ha partecipato attivamente al gruppo di lavoro dando un suo specifico contributo alla giornata dell’Info DAY presso il Ministero della Salute il 27 ottobre 2023 predisponendo il materiale informativo e divulgativo rivolto agli odontoiatri e alla popolazione. In merito è stato realizzato un Corso FAD ECM gratuito per i soci ANDI fruibile sulla piattaforma ANDI Servizi e sono apparsi su ANDI INFORMA due
articoli di approfondimento sul tema. Il corso è particolarmente incentrato sui seguenti obiettivi:

  1. La tossicità dell’amalgama nelle condizioni d’uso (per i lavoratori) e per i pazienti. In merito si sono sfatati parecchi miti legati alla cattiva informazione non basata sulla evidenza. In sintesi valga come riferimento quanto stabilito nel 2015 dallo SHENHIR (scientific committee on emerging and newly identified Healt Risks) organo consultivo e di indirizzo della Commissione Europea: “le evidenze disponibili non sono preclusive per l’utilizzo degli amalgami dentali”.
  2. La corretta rimozione dell’amalgama dal cavo orale per prevenire l’ingestione accidentale da parte del paziente e la prevenzione l’inquinamento ambientale dovuto allo sversamento nelle acque reflue di residui di amalgama (separatore amalgama).
  3. Le corrette indicazioni alla rimozione tenendo conto della salute del paziente ma anche dell’ambiente. Infatti se da un lato è vero che non c’è indicazione clinica alla rimozione di un amalgama non infiltrata in quanto non c’è liberazione significativa di mercurio da parte della stessa dall’altro, attraverso la cremazione, una significativa quota di mercurio derivante dalle amalgame presenti nel cavo orale viene riversata in atmosfera.