Federfarma 24 maggio 2025
Sono due gli elementi distintivi che avvicinano farmacisti e odontoiatri: la capillarità sul territorio e la centralità del paziente. Ed è da queste premesse che nasce l’intesa siglata tra ANDI – Associazione Nazionale Dentisti Italiani – e Federfarma. Per approfondirne il senso e i contenuti abbiamo incontrato Valerio Fancelli, Vicepresidente Nazionale ANDI e Presidente di ANDI Progetti.
«È la prevenzione l’obiettivo comune – spiega Fancelli –. L’accordo mira a mettere al centro l’attenzione al paziente, come hanno sottolineato i rappresentanti delle nostre due organizzazioni, Carlo Ghirlanda e Marco Cossolo, che hanno dato via libera all’intesa alla presenza del sottosegretario di Stato alla salute, Marcello Gemmato. Il memorandum prevede un programma di prevenzione continuativa per il cittadino, articolato mensilmente su tematiche diverse. Saranno diffusi video, distribuiti materiali e locandine e si faranno iniziative nei locali delle farmacie. Come evidenziato nell’accordo, ANDI metterà a disposizione le proprie competenze attraverso le varie realtà che costituiscono l’Associazione e le farmacie offriranno la loro capacità di distribuzione di questo tipo di informazione presso il cittadino».
Al centro l’idea che la prevenzione non è solo evitare un dente cariato.
«Esattamente. È importante ricordare, infatti, che dal dentista non si dovrebbe andare solo in caso di dolore ai denti o carie. Gli odontoiatri possono individuare diverse patologie correlate: si pensi alle patologie correlate a malattie sistemiche, ai tumori del cavo orale, al bruxismo e ai suoi effetti sulla postura. Su tutto questo è importante anche il reciproco scambio di competenze e, infatti, sono previste anche attività formative per i farmacisti. È fondamentale la loro competenza sui farmaci e saper consigliare i cittadini che hanno un problema ai denti e scelgono l’automedicazione indirizzandoli, quando è necessario, al dentista. Ma l’odontoiatra rappresenta anche una figura “sentinella” per problematiche non solo di natura clinica. Come ribadito anche dagli enti ministeriali, può essere un primo punto di riconoscimento di situazioni di violenza, attraverso l’osservazione di ecchimosi o segni sul viso o atteggiamenti dei pazienti che si possano ricondurre a situazioni di disagio. E in questo anche le farmacie sono impegnate da tempo».
Come ricordavamo in precedenza, c’è l’aspetto della capillarità a dare forza a questa intesa.
«Tanto gli studi odontoiatrici rappresentati da ANDI, quanto le farmacie, sono distribuiti in maniera estremamente capillare in tutta Italia. Mentre le farmacie sono 20mila, gli associati ANDI hanno superato i 29mila iscritti. Non tutti gli iscritti possiedono uno studio singolo, ma la corrispondenza territoriale è comunque molto significativa. E con la farmacia dei servizi sempre di più questi spazi sono un’interfaccia sanitaria per i cittadini e nei piccoli comuni è anche un punto di ritrovo».
Quindi dal celebre “mese della prevenzione dentale” si arriverà ad un percorso annuale?
«Quella è una formula caratterizzante, che non abbandoneremo. Ma questa collaborazione intende estenderla a tutti i mesi puntando su focus diversi. Durante questi periodi si affronteranno non solo le patologie più comuni come la carie e la malattia parodontale, ma anche i tumori della bocca, le problematiche respiratorie e la correlazione tra patologie sistemiche e orali».
La sanità sta attraversando una rivoluzione digitale e la telemedicina è uno dei simboli di questa innovazione, verrete coinvolti anche voi?
È sicuramente un’opportunità che valuteremo insieme a Federfarma con la nostra Fondazione ANDI Salute per farci trovare pronti quando ci saranno le condizioni normative.
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