A pochi giorni dallo scandalo Doctor Dent di Mestre (Vedi QUI), quando il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda rimarcava il rischio connesso alle attività odontoiatriche svolte da società commerciali nelle quali la parte economica prevale sulla componente dei professionisti, l’attenzione si sposta a Imperia, dove la clinica New Dental ha cessato improvvisamente ogni attività inviando un generico messaggio ai propri pazienti, nel quale si comunicava che per problemi amministrativi la clinica era chiusa, con conseguente annullamento di tutti gli appuntamenti.
Il copione si ripete nelle sue, purtroppo, consuete modalità: i dipendenti cominciano a non essere pagati regolarmente, fino a non esserlo più del tutto; vengono versati acconti e accesi finanziamenti su cure non completate o nemmeno iniziate, fino alla scomparsa improvvisa dei titolari, della cassa e delle attrezzature.
I cittadini imperiesi avevano già vissuto una analoga vicenda nel 2020, quando la clinica che operava nel capoluogo del Ponente ligure sotto l’insegna Dentix era stata coinvolta nel fallimento della catena di odontoiatria commerciale spagnola che operava in nove nazioni europee, tra le quali anche l’Italia, lasciando migliaia di pazienti senza cure, peraltro in molti casi, già pagate.
Per ironia della sorte, la sede della Dentix era negli stessi locali successivamente rilevati dalla New Dental, che ha concluso la sua attività con un analogo epilogo.
A seguito della vicenda di Mestre, il Senatore M5S, Pietro Lorefice, Segretario di Presidenza del Senato ha depositato oggi, giovedì 22 maggio, un’interrogazione parlamentare volta a sensibilizzare ulteriormente la politica per introdurre norme che possano scongiurare il verificarsi di fatti analoghi in futuro.
“Ho depositato un’interrogazione parlamentare a mia prima firma per chiedere ai Ministri delle imprese e del made in Italy e della salute se siano a conoscenza della recente e improvvisa chiusura della clinica ‘Doctor Dent’ di Mestre – ha dichiarato il Sen. Lorefice in una nota -, che ha lasciato i pazienti con trattamenti interrotti ma già pagati. È necessario accendere un riflettore sia politico che mediatico su uno scandalo del genere, che fino ad ora è stato relegato a mera cronaca locale su un paio di testate. Lo scandalo ‘Doctor Dent’ è solo l’ultimo di numerosi casi analoghi che mettono in luce una enorme falla normativa che bisogna assolutamente colmare: l’attività odontoiatrica oggi può essere esercitata da società non riconducibili a professionisti sanitari e per questo guidate unicamente dalla logica del profitto a discapito della tutela della salute. Nell’interrogazione – che sarà presente nel resoconto della seduta odierna – ho chiesto ai ministri se non sia arrivato il momento di intervenire con determinazione in investimenti nell’odontoiatria pubblica, limitare l’attività societaria ai professionisti iscritti agli albi e prevedere strumenti di sostegno economico per i giovani odontoiatri in modo che non siano costretti a migrare in cliniche di scarsa deontologia esattamente come quella oggetto dell’interrogazione. Il Governo investa in ponti dentali, non in ponti inutili sullo Stretto”.