Nuovo episodio a Mestre, dove lo studio “Doctor Dent” chiude senza preavviso lasciando i pazienti con le cure da completare. Le prime indagini scattate in seguito alle denunce delle vittime, portano verso Albania e Moldavia.
“Nuovamente si evidenzia il rischio connesso alle attività odontoiatriche svolte da società commerciali nelle quali la parte economica prevale sulla componente dei professionisti. Quante volte dovrà ancora accadere questo fenomeno perché si possa finalmente mettere freno a questi scandali in cui il cittadino si trova improvvisamente senza tutele e senza alcun rimborso dei costi invano sostenuti? – dichiara Carlo Ghirlanda Presidente nazionale ANDI- la nostra Associazione segnala da anni questi gravissimi fenomeni perorando che l’attività societaria in odontoiatria sia solamente consentita alle Società Tra Professionisti (STP), sotto il controllo degli Ordini professionali. Ma finora i veti di tante parti economicamente interessate a mantenere i loro privilegi si sono opposte a questa scelta di rispetto per la salute dei cittadini . È necessaria ora una svolta definitiva e come sempre ci impegneremo a richiederla fino ad ottenerla”.
“Da tempo sostengo, anche e soprattutto in Parlamento, che l’attività odontoiatrica debba essere esercitata esclusivamente da società tra professionisti iscritti all’Albo e in quanto tali con una deontologia da rispettare a tutela del paziente, non del Dio denaro – afferma in una nota il Senatore M5S Pietro Lorefice, Segretario di Presidenza del Senato -. Le recentissime quanto incredibilmente sparute notizie sullo scandalo ‘Doctor Dent’, con centinaia di pazienti lasciati senza cure e studi chiusi improvvisamente, dimostrano in modo chiaro i pericoli di un sistema dove le logiche di capitale prevalgono sulla tutela della salute, esponendo i cittadini a conseguenze inaccettabili.
Bisogna riportare l’intero sistema sotto il controllo dei professionisti, altrimenti, lungi dal tutelare le persone, si continueranno a favorire le solite lobby e circoletti che lucrano anche in violazione dell’intoccabile diritto alla salute. Il diritto alla salute non è un bene che si compra su Amazon, è un diritto costituzionalmente garantito, e come tale deve essere tutelato. Il Parlamento ha il dovere di riaprire il confronto su questa materia e agire quanto prima. L’intervento normativo non è più procrastinabile.”