La “aspettativa di vita” corrisponde al numero medio di anni residui nella vita di un essere vivente a partire da una certa età, all’interno di una data popolazione. Quella che comunemente viene considerata è la speranza di vita alla nascita, cioè quanti anni di vita può mediamente attendersi un neonato. Questo dato spesso è usato per fare confronti in campo socio-sanitario tra l’Italia e gli altri paesi. Sotto questo profilo l’Italia ha una “aspettativa di vita alla nascita” tra le più alte del mondo. In campo assicurativo-previdenziale generalmente si calcola l’aspettativa di vita ad una certa età, affinche gli Enti pensionistici, pubblici e privati, possano correttamente individuare una età di pensionamento tale da creare un equilibrio economico tra i versamenti contributivi effettuati nel periodo lavorativo e gli importi pensionistici successivi, che termineranno con il decesso dell’assicurato. In effetti l’equilibrio tra entrate contributive e spesa previdenziale deve tenere conto statisticamente anche della c.d. pensione di reversibilità, cioè del trasferimento al coniuge superstite, o ad altri soggetti aventi diritto, di parte della pensione dell’assicurato deceduto.