Il Ministero del Lavoro ha recentemente dato il via libera alle modifiche del Regolamento del Fondo di previdenza generale approvate dal CdA ENPAM nel luglio scorso ma che, per diventare operative, necessitavano di questo passaggio ministeriale. Alcune di queste modifiche riguardano direttamente la Libera professione e, nel loro complesso, vannovalutate con grande soddisfazione. Le possiamo dividere sostanzialmente in tre categorie: aumenti contributivi, estensione di alcune prestazioni, aumento dei rendimenti pensionistici.
Ancora una volta, ed in questa occasione più che mai, ANDI e la componente odontoiatrica nel CdA ENPAM hanno dimostrato di saper coniugare l’attenzione per la stabilità del nostro Ente Previdenziale e le legittime aspettative dei nostri iscritti, in particolare quelli delle giovani generazioni.
Aumenti contributivi
Il limite di reddito professionale oltre il quale il contributo obbligatorio passa dal 19,5% all’1% viene innalzato, passando gradualmente dai 130.000 euro del 2023 fino ai 170.000 euro nel 2027. Successivamente viene incrementato al 100% delle variazioni ISTAT annuali.
I pensionati che continuano ad esercitare la libera professione possono accedere al contributo dimezzato (la metà del 19,5%) solo al raggiungimento dell’età che dà diritto alla pensione di vecchiaia, cioè a 68 anni. Pertanto, coloro i quali vanno in pensione prima dei 68 anni potranno versare l’aliquota ridotta solo al raggiungimento dei 68 anni.
Estensioni previdenziali
La “inabilità temporanea e assoluta all’esercizio della professione”, che era preclusa a tutti i pensionati (ordinari e anticipati), viene estesa ai pensionati anticipati fino al compimento del 68° anno e ne vengono rimodulati i requisiti per consentirne l’accesso anche ai colleghi più giovani, che ne erano esclusi in caso di insufficienti anni di contribuzione.
Aumento dei rendimenti pensionistici
Tra il 2023 e il 2029 le “aliquote di rendimento” della Quota B aumentano progressivamente, fino a raggiungere l’1,40%. Questo determinerà un significativo aumento delle prestazioni pensionistiche soprattutto per i professionisti più giovani, per i quali la maggiore aliquota di rendimento inciderà positivamente per più anni.
E’ indubbio che gli aumenti contributivi si siano resi necessari per compensare la riduzione delle entrate della Quota B (libero professionale) dopo l’aumento del reddito libero professionale che viene assoggettato alla Quota A, ma è altrettanto indubbio che il maggior prelievo previdenziale si trasforma immediatamente in risparmio fiscale e successivamente in maggiore pensione. L’aspetto più importante risulta comunque quello dell’aumento del rendimento delle pensioni per le generazioni più giovani.
Dott. Renato Mele
Segretario nazionale ANDI per la Previdenza