Editoriale Dott. Carlo Ghirlanda

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Non è facile stendere il primo editoriale nel ruolo di neopresidente Nazionale ANDI. Vorrei evitare la retorica, la facile emozione, essere certo di parlare di cose concrete e non dilungarmi in un vacuo elenco di “…faremo…incontreremo…sosterremo…”: non è il mio stile né della squadra che mi accompagnerà nel prossimo quadriennio di governo associativo. Ma, almeno per questa volta, non posso fare a meno di scrivere cosa ci proponiamo di ottenere per tutti noi dentisti ANDI.
In concomitanza con la nostra elezione si è formato un nuovo governo del Paese, con conseguenti logiche nuove, tutte da scoprire. Al confronto politico con i nuovi decisori ci presenteremo con la richiesta di una legge organica che normi tutta l’odontoiatria, maturata da un dibattito che abbia coinvolto tutte le aree del comparto. Un’ambizione forte, un percorso difficile e comunque indispensabile, che sia il faro di questo mio mandato di presidenza.
Le nostre priorità saranno quelle di richiedere il pieno rispetto delle regole esistenti per tutti i profili di esercizio della odontoiatria nel nostro Paese , unitamente al varo di una disciplina per la pubblicità in sanità (un bisogno fortemente sentito, sia per consentire la veridicità e la corretta comprensione delle affermazioni pubblicitarie, sia per la tutela ed il decoro della professione, come dimostrano le migliaia di firme raccolte dalla petizione Triestino), la rivalutazione dei regolamenti autorizzativi regionali, la semplificazione burocratica della professione, incentivi fiscali sia per il settore che per il rilancio della domanda di prestazioni, avendo ben presente la necessità di rendere sostenibile per ogni cittadino l’accesso alle cure odontoiatriche.
Vogliamo tutelarVi e per questo, sul piano sindacale, lavoreremo per la difesa professionale ed economica dei colleghi che lavorano come consulenti nelle società commerciali di odontoiatria; applicheremo il nostro progetto per i giovani professionisti per consentire loro il più veloce, qualificato e remunerativo ingresso nel mondo del lavoro, facendo costantemente riferimento al nostro concetto di “rete” basato su qualificazione, associazionismo, coworking e subentro generazionale. Reclameremo il rispetto delle aree di nostro esclusivo intervento clinico come stabilito dalla legge 409/85. Apriremo un deciso confronto sul ruolo del terzo pagante, per impedire che esso possa in qualsiasi modo condizionare le scelte che solo il rapporto libero e diretto fra medico e paziente possono definire.
Vogliamo consentirVi scelte consapevoli: con il centro studi produrremo quindi dati utili a capire quali saranno i prossimi e futuri scenari di lavoro per l’Odontoiatra in rapporto alla evoluzione della patologia oro-dentale, alla demografia del nostro paese, ai progressi scientifici e tecnologici, ai cambiamenti socio economici caratteristici di questi nostri tempi.
Vogliamo sostenerVi culturalmente, ma anche economicamente, con soluzioni concrete già individuate con i partners bancari con i quali abbiamo già raggiunto le necessarie intese. Attività da svolgere nell’ambito delle sezioni provinciali, che devono essere da ognuno di noi riconosciute e vissute come luoghi di incontro fra sensibilità e bisogni similari.
Vogliamo un’altra ANDI: più aperta al confronto, non più autoreferenziale, in grado di lavorare insieme a tutto il comparto, in piena sintonia con CAO, pronta a cogliere per tempo i cambiamenti nella società e ad agire per tempo nella tutela della professione. Riscriveremo il nostro statuto, il regolamento, il codice etico: le nostre regole devono essere chiare, inappuntabili, rispettose del dibattito intrassociativo.
Chiudo con una provocazione che vuole tuttavia essere una proposta: è recente la notizia che il Ministero della Salute, accogliendo la proposta della CAO Nazionale, autorizza l’utilizzo della dizione di Medico Odontoiatra per gli iscritti all’Albo degli Odontoiatri. Ebbene: torniamo ad AMDI- Associazione Medici Dentisti Italiani. Un futuro… ritorno al passato per sottolineare con chiarezza assoluta il carattere medico della nostra professione, che non può né vuole accettare la deriva verso un modello condizionato da logiche commerciali e di mero guadagno. Cosa ne pensate?
Buon lavoro a tutti

Carlo Ghirlanda
Presidente Nazionale ANDI