Legal news – 06 Maggio

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La Corte di Cassazione ritiene che sia legittimo l’accertamento analitico-induttivo dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di un odontoiatra se il professionista non prova la regolarità delle operazioni effettuate, non essendo sufficiente l’apparente regolarità delle annotazioni contabili.  In presenza di contabilità formalmente regolare, ma intrinsecamente inattendibile per l’antieconomicità del comportamento del contribuente, si può desumere in via induttiva, sulla base di presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, il reddito del contribuente, utilizzando le incongruenze tra i ricavi, i compensi e i corrispettivi dichiarati e quelli desumibili dalle condizioni di esercizio della specifica attività svolta, incombendo sul contribuente l’onere di fornire la prova contraria e dimostrare la correttezza delle proprie dichiarazioni (Cass. civ. Sez. V, Ord., sentenza del  05-02-2019, n. 3290).