Prossima al via la vaccinazione degli Odontoiatri e personale di studio in Umbria

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Le richieste avanzate alla Regione Umbria da parte di ANDI hanno ricevuto un riscontro, con la conferma dell’inserimento in fascia prioritaria sia degli Odontoiatri che del personale di studio. Una notizia che è stata commentata positivamente dal Presidente del Dipartimento ANDI Umbria, Fabio Filabbi.

Dottor Filabbi, qual è oggi lo scenario vaccini nella vostra Regione nel settore odontoiatrico.

Finalmente la Regione Umbria ha recepito la nostra richiesta per quanto concerne le vaccinazioni agli Odontoiatri ed alle assistenti di studio, sanando un problema che aggravava ulteriormente questa situazione pandemica molto feroce presente nel nostro territorio. Le vaccinazioni della prima dose dovrebbero iniziare verso metà mese, anche in base alla disponibilità dei vaccini, che stanno arrivando in questi giorni.

Un suo commento sulle misure di sicurezza e sui protocolli all’interno degli studi odontoiatrici. Come odontoiatra privato cosa proporrebbe? Quali modifiche attuerebbe?

I protocolli sono più che validi, prova ne è che dall’inizio della pandemia non ci sono stati casi noti di contagio all’interno degli studi odontoiatrici. Io sono convinto che tante volte, come Odontoiatri, siamo venuti a contatto con pazienti asintomatici affetti da Coronavirus, ma grazie alle protezioni utilizzate, non siamo stati contagiati. Indubbiamente le mascherine FFP2 o FFP3 sono fondamentali, ma la grande visiera che utilizziamo è quella che secondo me svolge un ruolo veramente importante, lavorando a circa 30 centimetri dalla bocca del paziente. Possiamo tranquillamente dire che dal dentista non ci si infetta.

In che modo la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto sulla capacità di fornire assistenza?

Se l’Odontoiatra, causa tempi di preparazione più lunghi, ha aumentato le ore di lavoro, può non aver subito un grande calo economico, ma solo in virtù dell’aggravio lavorativo: intendo dire che, per mantenere lo stesso fatturato del periodo precedente al COVID, deve aver aumentato il suo impegno orario quotidiano, ad esempio, da 6 a 10 ore, penalizzando la qualità della sua vita. Ma, a parità di ore lavorative, ha sicuramente avuto un calo economico stimabile intorno al 30%.

Oltre a questo, i professionisti hanno dovuto procedere alla riorganizzazione del personale, con turni slittati: nel mio caso specifico, le mie due assistenti lavorano in modo alternato tra mattina e pomeriggio, mentre prima lavoravano in contemporanea. Questo non è più possibile in quanto vengono trattati meno pazienti, a causa delle procedure di sicurezza. La conseguenza, quindi, dovendo mantenere le stesse ore lavorative del personale di studio, è stata una diversa dislocazione oraria.

In generale, non possiamo lamentarci perché la categoria degli Odontoiatri ha comunque sempre lavorato, sicuramente, però, risultano ridotti i margini economici.

Nonostante tutto, lo ritengo un impegno necessario per garantire l’assistenza odontoiatrica ai cittadini, sottolineando che i dentisti libero professionisti coprono il 95% dell’assistenza in Italia, dunque, di fatto, sono un servizio essenziale, proprio in virtù del ruolo residuale dell’Odontoiatria pubblica.