L’editoriale del Presidente

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Il dopo COVID in odontoiatria


Passata la fase 1 del Covid-19 abbiamo ripreso a lavorare nei nostri studi o a esercitare le nostre consulenze. Lo spirito è immutato: la salute del paziente al primo posto. Le procedure di prevenzione del rischio di trasmissione da Coronavirus nello studio odontoiatrico identificate dal gruppo tecnico ministeriale hanno oggettivamente mostrato la loro efficacia, seppur evidenziando quotidianamente la fatica e la difficoltà di lavorare con tali DPI, peraltro attualmente ancora più costosi e poco reperibili rispetto ai periodi preCOVID.

Affinché si possa affrontare il tema della modifica al ribasso degli attuali protocolli di precauzione e prevenzione del rischio di trasmissione del Coronavirus nello studio odontoiatrico, in attesa della ratifica dell’annunciato accordo fra FNOMCEO e Protezione Civile per la distribuzione di mascherine chirurgiche e FFP2  in quantità adeguate e a prezzi calmierati, dovremo tuttavia, sia attendere l’autunno, per valutare quale sarà l’evoluzione in Italia della paventata seconda fase della pandemia, sia i risultati delle ricerche che ANDI ha commissionato ad alcune Università italiane rispetto al rischio di ammalarsi di COVID per tutti noi Odontoiatri, i nostri assistenti e i collaboratori.  

La fase COVID ha ben evidenziato l’indispensabile valore funzionale di una associazione quale ANDI nel trovare ragione e sostegno per i propri bisogni da parte di ogni singolo Odontoiatra: i tanti campi di intervento affrontati da ANDI in questo periodo hanno permesso a migliaia di associati di ottenere soluzioni utili in un momento di crisi. Informazione costantemente aggiornata, DVR specifici, accesso privilegiato al credito bancario, tante opportunità di formazione continua, solidarietà sul territorio, risposte individuali alle necessità dei singoli hanno caratterizzato gli interventi straordinari che ANDI è riuscita a provvedere: un doveroso pubblico ringraziamento da parte mia va a tutti i dirigenti provinciali e regionali che tanto si sono adoperati anche in fase 1 COVID-19.

Questi mesi hanno altresì chiaramente riaffermato le note fragilità strutturali e gestionali della odontoiatria commerciale (caso Dentix), reso palese la necessità di assistenza e di sussidi per una parte della professione, nonché evidenziato il concreto bisogno di avviare una fase di diffusione di indispensabili conoscenze extracliniche (come, ad esempio, le leggi che regolano la previdenza e l’assistenza) per il nostro settore. Richieste estemporanee e incoerenti rispetto alle leggi esistenti non portano ad alcun risultato e determinano solo l’insoddisfazione di chi le sostiene: è invece importante unire le forze per capire i nuovi bisogni e agire per trovare le opportune risoluzioni. Anche per tale percorso ANDI si propone come sede di confronto e di successiva proposta, da presentare a ogni livello.

La reazione di ANDI è stata pronta, ma deve ora lasciare spazio ad un approfondito ragionamento associativo perché l’epoca COVID non solo ha già creato tanti problemi ma ha anche sollevato tanti interrogativi.

In questi giorni si sta definendo in Europa il contesto del “Recovery Fund”, insieme alle indispensabili riforme che accompagneranno tali risorse, e l’Italia dovrà inoltre scegliere se ricorrere anche a quanto previsto nel MES. In base alle scelte che l’Europa e la politica italiana sapranno fornire si potrà ipotizzare un nuovo futuro per il nostro Paese, i suoi cittadini e, di conseguenza, anche per la nostra professione. Speriamo in scelte forti, che comprendano anche le libere professioni.

Le risposte che perverranno dalla politica saranno infatti utili per capire quale potrà essere l’impatto del Covid nei nostri studi: non solamente, infatti, si teme il Covid per motivi di salute, ma anche perché questo periodo ha messo con le spalle al muro l’economia dell’Italia e di milioni di suoi cittadini.

Tutto ciò che accadrà avrà un impatto nel nostro settore: le trasformazioni che saranno attuate per l’economia del Paese troveranno spazi e discussioni anche in ANDI, nella ricerca di logiche professionali in grado di sostenere il nostro lavoro, i nostri lavoratori, il progresso della disciplina e del settore.

Come Esecutivo nazionale ANDI stiamo già lavorando su tanti fronti: riforma della sanità integrativa odontoiatrica; nuove proposte nella previdenza obbligatoria e complementare; iniziative e strumenti specifici per sostenere il patto generazionale ed il subentro; riallineamento delle regole che consentono l’esercizio della odontoiatria in forma societaria. Partecipiamo inoltre al dibattito in corso per la riforma del SSN, portando nostre considerazioni sia sulle regole amministrative di interesse odontoiatrico che sulla necessaria riforma dei LEA in odontoiatria. E tanti sono i risultati già ottenuti: fra quelli più recenti la circolare della Regione Lazio sulle STP; la modifica del testo iniziale della direttiva Euratom, che la XII Commissione della Camera ha riformulato recependo le nostre richieste; l’oramai prossima modifica del profilo ASO, che sarà declinato in modo coerente alle necessità della professione e dei lavoratori coinvolti.

Il COVID ha cambiato un’epoca: ANDI è pronta e reattiva rispetto a ciò che sarà, ma è importante che anche il singolo Odontoiatra sia costantemente attento ai segnali e ai cambiamenti che si succederanno nei prossimi mesi. ANDI è un compagno di viaggio da sempre indispensabile, soprattutto in questo periodo. Solamente insieme potremo fare il meglio: per questo motivo è indispensabile rimanere uniti e superare quegli interessi personali, che l’epoca COVID ha purtroppo da qualcuno risollevato, per seguire il solo interesse collettivo, che è la ragione della nostra associazione. Non abbiamo bisogno di singoli solisti, ma di squadre.

Buona estate a tutti e a presto

Carlo Ghirlanda