La Commissione europea chiede al Parlamento l’eliminazione dell’IVA dai DPI

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L’eliminazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) che, seppur in forma ridotta del 5%, grava sugli acquisti dei Dispositivi di Protezione Individuale a partire dal 1 gennaio 2021 è un tema nei confronti del quale, sin dalla sua reintroduzione, ANDI ha chiaramente esposto la propria contrarietà.

Arriva oggi la notizia che anche la Commissione europea ha sollecitato l’esenzione dell’IVA per i  beni essenziali per il contrasto della pandemia. Tra quelli che rientrano nell’esenzione proposta rientrano: test diagnostici, materiali diagnostici e attrezzature di laboratori,  dispositivi di protezione individuale (DPI) come guanti, respiratori, maschere, camici, prodotti e attrezzature per la disinfezione.

Paolo Gentiloni, Commissario per l’economia, dichiara: “La pandemia ha insegnato che questo tipo di crisi è assai complesso e ha un impatto ad ampio raggio sulle nostre società. Questa proposta va nel senso dell’obiettivo Ue di reagire alle crisi e alle emergenze nell’Unione e farà in modo di ottimizzare l’impatto finanziario per combattere la pandemia e sostenere la ripresa”.

La proposta sarà ora trasmessa al Parlamento europeo che dovrà esprimere parere favorevole e al Consiglio per la sua successiva adozione.

La richiesta che ANDI ha da tempo rivolto al Parlamento italiano di prolungare l’esenzione dell’IVA sui DPI al 31 dicembre 2021, anche con la presentazione di emendamenti alla legge finanziaria 2021, senza trovare ascolto dal Governo allora in carica, trova invece piena considerazione dalla Commissione europea – sottolinea il Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda – In un periodo nel quale le difficoltà alla vaccinazione e la scarsità delle dosi di vaccino impongono  in particolare a noi Odontoiatri e al nostro personale di studio, impediti a rispettare per motivi oggettivi di lavoro la norma del distanziamento, precauzioni straordinarie con costi tutti a carico dei professionisti, l’applicazione dell’IVA, seppur ridotta, appare un balzello iniquo e immotivato, che per noi professionisti sanitari, che fatturiamo in esenzione IVA le nostre prestazioni professionali, costituisce un costo puro.  

Avevamo richiesto un prolungamento della esenzione dell’IVA sui DPI, che oggi l’Europa riconosce legittimo ed urgente: avevamo ragione e siamo quindi molto soddisfatti di questa decisione”.