Gli ultimi dati della ricerca effettuata presso la Comunità di San Patrignano UN CORRETTO STILE DI VITA SCONFIGGE IL PAPILLOMA VIRUS

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Il Papilloma è un virus notoriamente associato al rischio di tumore del collo dell’utero e si sta oggi indagando sul suo possibile ruolo nell’aumento del rischio di tumore del cavo orale. “Il programma avviato durante la prima edizione dell’Oral Cancer Day sui 1800 ospiti della Comunità di San Patrignano – spiega il presidente della FONDAZIONE ANDI onlus Marco Landi — ha previsto un esame clinico odontoiatrico basale e ad intervalli regolari, unitamente ad un prelievo di saliva e di cellule della mucosa orale tramite brushing finalizzato alla ricerca del Papilloma Virus Umano (Hpv)”. L’attività di screening è stata svolta (grazie alla collaborazione sancita da un protocollo di intesa con la FONDAZIONE ANDI onlus) dal Laboratorio di biologia molecolare della Clinica odontoiatrica dell’università degli studi di Cagliari (Obl, Oral Biotechnology Laboratory), impegnato ad esaminare e processare i campioni prelevati. L’Obl ha messo a punto negli ultimi quattro anni una metodica molecolare particolarmente sensibile e specifica per l’identificazione del Dna del Papilloma Virus Umano. Grazie all’utilizzo di un sequenziatore sono stati analizzati i genotipi virali, ritrovando nei campioni esaminati un’alta percentuale di genotipi definiti “high risk” , cioè ad alto rischio per la trasformazione in senso tumorale delle mucose del cavo orale. Il ruolo del Papilloma Virus potenzialmente riferito ad un maggior rischio di tumore in pazienti con lesioni croniche del cavo orale potrebbe richiedere un monitoraggio ed un differente iter di trattamento.
Le fasi iniziali dello studio hanno messo in evidenza come il Papilloma Virus sia presente in modo significativo nel gruppo degli oltre 200 pazienti a rischio esaminati (circa il 17%), riscontro che è diminuito sensibilmente  nei controlli successivi eseguiti a sei mesi, fino ad esaurirsi quasi completamente a  dodici mesiSi è quindi costatata la tendenza, nella maggior parte dei pazienti, a non presentare più traccia del virus. “Ciò significa – spiega il dottor Landi – che, se si eliminano i due principali  fattori di rischio (fumo e abuso di alcol) e si conduce uno stile di vita sano e regolare, come evidentemente è accaduto nella Comunità, si può prevenire e controllare  lo sviluppo di questa  patologia fino a guarirne”.

www.fondazioneandi.org
Roma, 10 ottobre 2008