Focus Riforma Fiscale: la revisione dell’Irpef (prima parte)

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La prima parte dell’articolo 5 della bozza di disegno di legge delega per la riforma fiscale all’esame del Parlamento, è dedicata alla revisione del modello di imposizione sui redditi prodotti dalle persone fisiche.
In via generale, viene previsto che l’intervento riformatore debba essere attuato gradualmente, con l’obiettivo di legislatura della transizione verso l’aliquota unica “universale”, ovvero l’applicazione della flat tax a tutti i contribuenti Irpef.

La norma fissa i principi che dovranno guidare il legislatore delegato verso la realizzazione di tale obiettivo, focalizzandosi:

  1. sulla graduale riduzione dell’Irpef;
  2. sul rispetto del principio di progressività;
  3. sulla revisione delle cosiddette tax expenditures, ovvero di tutte le agevolazioni che riducono il prelievo fiscale sui contribuenti.

Il primo principio potrebbe verosimilmente trovare definizione attraverso la riduzione del numero degli scaglioni Irpef e la corrispondente rimodulazione delle aliquote, nel solco del processo già avviato dal governo Draghi con la legge di bilancio 2022; mentre i vincoli di finanza pubblica (coperture finanziarie) potrebbero rendere difficoltoso l’approdo alla flat tax universale. In merito è opportuno precisare che,
probabilmente, finché la transizione al modello basato sull’aliquota unica universale non sarà compiuta, i regimi sostitutivi (come, ad esempio, il forfettario) continueranno a trovare applicazione nell’ambito di un sistema “duale” di tassazione dei redditi di lavoro.

In relazione al secondo punto, va precisato che il principio di progressività potrebbe trovare attuazione anche in un modello fondato sull’aliquota unica: la sua applicazione, infatti, potrebbe essere garantita dall’implementazione di specifiche detrazioni. Infine, la revisione delle tax expenditures, attraverso il riordino di deduzioni, detrazioni e crediti d’imposta, dovrà rispettare il principio generale della finalità della spesa, avendo particolare riguardo alla composizione del nucleo familiare e ai costi sostenuti per la crescita dei figli, alla tutela della casa e della salute delle persone, dell’istruzione e della previdenza complementare, al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio.

L’orientamento della delega, quindi, sembra spingere verso un disboscamento delle tax expenditures minori, che potrebbe essere associato all’implementazione di un meccanismo di forfetizzazione delle detrazioni in base all’entità del reddito prodotto.

Andrea Dili
Dottore commercialista