Esami di Stato: quis custodiet ipsos custodies?

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Chi controlla il controllore? Si chiedeva Giovenale nella sua celeberrima VI Satira e parimenti, in tema di esami di Stato in Odontoiatria, la più frequente osservazione che capitava di percepire era appunto: chi controlla i docenti universitari che al momento dell’esame di Stato, ove il laureato non fosse risultato idoneo, avrebbero certificato il sostanziale fallimento del ciclo formativo al quale loro stessi avevano contribuito?

Se questa fosse stata una criticità, il Decreto interministeriale n. 653 del 5/07/2022 (Vedi QUI), innovando la composizione della commissione giudicatrice, ha recato nell’ordinamento la svolta necessaria.

Infatti, l’art.2 al comma 5, prevede che “le modalità di svolgimento e valutazione del tirocinio pratico valutativo sono definite con apposito protocollo dalla Conferenza permanente dei presidenti dei corsi di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria, d’intesa con la Commissione Albo Odontoiatri nazionale, e sono aggiornate almeno ogni sei anni accademici”.

Inoltre, l’art. 3 al comma 4 dispone che “la commissione giudicatrice della prova pratica valutativa ha composizione paritetica ed è costituita da almeno quattro membri. I membri della commissione sono per la metà docenti universitari, uno dei quali con funzione di presidente, designati dal Consiglio del corso di studio, e, per l’altra metà, membri designati dalla Commissione Albo odontoiatri nazionale sentite le Commissioni Albo Odontoiatri di riferimento, iscritti da almeno cinque anni all’Albo. Un membro iscritto all’Albo degli Odontoiatri, designato con le stesse modalità è invitato a partecipare alla sessione di laurea…”

La professione entra così, come terza parte, nel procedimento valutativo con la possibilità di giudicare sia la preparazione del laureando sia la qualità della formazione teorica e pratica che ha ricevuto.

Sicuramente l’Accademia saprà ancora meglio organizzare i propri percorsi di formazione, soprattutto quella pratica, stimolata dal confronto e dalla contaminazione con la professione con evidente vantaggio per i percorsi formativi e, in ultima istanza, della salute individuale e pubblica.

La laurea abilitante è stata accolta con favore dall’Università che ha partecipato con convinta determinazione al suo raggiungimento.

ANDI ritiene che il superamento di un vetusto e spesso inutile rituale, come quello dell’esame di Stato, rappresenti un passo in avanti che dispiegherà effetti positivi nel tempo e che abbrevia da subito i tempi dell’ingresso nel mondo del lavoro di tanti giovani colleghi.

L’Associazione, a questo proposito, farà la propria parte per favorire strumenti di aggregazione professionale, il passaggio generazionale e per fornire una formazione continua post-laurea.

Corrado Bondi
Vicepresidente nazionale vicario ANDI