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XXV ANNO DELLA PREVENZIONE DENTALE: 1° APPUNTAMENTO

Sappiamo come vi sia, anche in tema di prevenzione odontoiatrica, una cronica mancanza di dati aggiornati che possano indicare lo stato di salute odontoiatrica della popolazione infantile italiana.

A cercare di fotografare l’efficacia della prevenzione dentale in Italia è stata l’indagine epidemiologica presentata ieri giovedì 23 giugno a Milano presso il Circolo della Stampa.

Primo evento di altri già programmati in occasione del 25° anno del Mese della Prevenzione Dentale: iniziativa ANDI in collaborazione con Mentadent.

Un’indagine, realizzata su tutto il territorio nazionale durata due anni e che ha coinvolto, tre strutture importanti come l’Università degli Studi di Milano, la Società di Igiene e Medicina Preventiva (SITI), tramite il gruppo di lavoro in odontoiatria, e il Centro di Collaborazione dell’OMS di Milano.

Illustrando i dati, la prof.ssa Laura Strohmenger,ha evidenziato come se da un lato sia diminuita l’incidenza della carie nella popolazione scolastica dall’altro sia ancora poco radicata la cultura della prevenzione negli italiani.

Concetto quello dell’importanza di una cultura verso la prevenzione, ripreso dal dott. Franco Bruno Segretario Culturale ANDI che ha ricordato ai numerosi giornalisti presenti – in rappresentanza delle più importanti testate dei quotidiani e periodici generalisti e della stampa di settore – i pericoli di un apparato stomatognatico non sano.

L’intervento del dott. Bruno è anche servito per evidenziare come le malattie del cavo orale, da quelle tumorali alla carie, siano una vera e propria patologia, al pari, se non più pericolose, di altre che interessano le varie branche della medicina, ricordando il ruolo fondamentale svolto dall’odontoiatra nella diagnosi e nella loro cura.

Un lavoro quello svolto in questi anni dai dentisti italiani, ed in particolare dai volontari ANDI che rendono vivo il Mese della Prevenzione, che ha anche un alto valore sociale avendo sopperito all’assenza di un’odontoiatria pubblica, contribuendo a migliorane la salute orale degli italiani.

Un non intervento pubblico motivato dal dott. Roberto Callioni, Presidente Nazionale ANDI, dal fatto che fare odontoiatria costa: costa per il privato come costa per il pubblico.

Costa in attrezzature, in materiali, in personale qualificato, in aggiornamento.

Anche per questo il dott. Callioni, rivendicando l’efficacia dell’attuale modello assistenziale odontoiatrico basato sul dentista privato radicato sul territorio, ricorda come in tema di prevenzione primaria ci debba essere una più stretta sinergia tra Sistema Sanitario Nazionale e privato.