Un territorio con origini culturali e linguistiche diverse, con Odontoiatri di diversa formazione che complica l’attività associativa, come racconta nella sua analisi Nicola Poli, Segretario Sindacale ANDI Bolzano.
La Provincia Autonoma di Bolzano ha 490 iscritti all’Albo degli Odontoiatri, di cui 163 soci iscritti ad ANDI, un buon numero tenendo conto che noi abbiamo 3 lingue sul territorio, ossia italiano, tedesco e ladino. All’interno del nostro Consiglio per 4 anni c’è un Presidente di lingua italiana, mentre il quadriennio successivo c’è un Presidente di madrelingua tedesca ed anche l’intero Consiglio è composto seguendo questo principio, per metà di madrelingua italiana e per metà di madrelingua tedesca. Tra i nostri soci, 89 sono di madrelingua tedesca, mentre 74 di madrelingua italiana. La difficoltà effettiva è quello della spartizione dei ruoli all’interno del Consiglio e c’è una differenza sostanziale nel bilinguismo: circa l’80% di odontoiatri dichiarati di madrelingua italiana si trova a Bolzano e nelle altre cittadine come Merano, Brunico e Bressanone, mentre nelle valli alpine, spesso difficili anche da raggiungere con mezzi di trasporto, tutti gli odontoiatri sono di madrelingua tedesca. C’è una diversificazione netta tra territorio urbano e quello delle piccole valli dove risiede più del 70% della popolazione. Questa situazione genera una grossa difficoltà di comunicazione tra i soci, sia come CAO, che come ANDI, dovendo tradurre sempre in lingua tedesca tutte le comunicazioni che arrivano da ANDI nazionale. Questo comporta doppio lavoro, doppi costi e deve essere fatto con massima professionalità, perché i testi e specialmente le leggi, vanno tradotte con perfetta aderenza all’originale. Ricordo che lo statuto provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano obbliga a diffondere in modalità bilingue tutti i comunicati.
Altra problematica di attualità anche in questo territorio è relativa al ricambio generazionale: la maggior parte dei residenti di madrelingua tedesca manda i figli a studiare odontoiatria e medicina ad Innsbruck, distante circa 60 chilometri da Bolzano. Di conseguenza, non abbiamo contatti con questi giovani. Non essendoci un corso di laurea universitario in odontoiatria a Bolzano, è difficile raccogliere consenso già tra gli studenti, anche perché i restanti vanno a studiare a Bologna o Verona. Sarebbe importante una presenza più forte di ANDI Bolzano tra i giovani, anche con il supporto di ANDI con i Giovani, per coadiuvarci a realizzare nuove attività per approcciare questi ragazzi. Ad esempio, alla fine di ogni anno organizziamo un incontro con tutti gli studenti, specialmente con i ragazzi che non residenti sul territorio.
Abbiamo tenuto i corsi sulla sicurezza del lavoro in lingua italiana ma con successiva documentazione bilingue, per favorire tutti i partecipanti. Come ANDI Bolzano teniamo almeno due corsi in madrelingua tedesca ogni anno, per dare una formazione culturale ai soci che la richiedono espressamente. A causa della conformazione del territorio, abbiamo riscontrato alcune criticità da parte di alcune aziende a raggiungere i paesi più piccoli e più lontani all’interno delle valli, affidandoci ad una ditta locale per lo smaltimento rifiuti consentendo così di raggiungere facilmente tutte località. Resta il problema di trovare convenzioni che consentano anche la riduzione di costi.
Per quanto concerne le ASO, da circa 20 anni la Provincia organizza un corso di formazione triennale con apprendistato e riconoscimento ufficiale, dunque, non possiamo agire in maniera autonoma dovendo sottostare al vincolo provinciale.
Relativamente al Covid, sul nostro territorio i disagi sono presenti nelle valli: i residenti di madrelingua tedesca per il 50% non sono vaccinati e tra loro sono presenti medici di base ed odontoiatri. Con le nuove disposizioni di legge, la CAO sta intervenendo con le sospensioni.
Abbiamo in programma – conclude Nicola Poli – corsi dedicati ai singoli Soci e relativi alla sicurezza sul lavoro e alla legge 81/08, sia svolti tramite Brain sia in presenza.
Voglio evidenziare, infine, che il nostro ostacolo più importante è quello del ricambio generazionale: non è facile avere nuovi iscritti tra chi è di madre lingua tedesca, anche perché diviso tra una visione italiana ed una austro/germanica della professione, dinamiche e criticità tipiche delle regioni di confine, con le relative divisioni dettate dalle diverse culture sul territorio.