Ancora da sciogliere il nodo del Piemonte

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Mentre Giuseppe Conte annunciava il passaggio alla “Fase 2” dal 4 maggio, il Governatore del Piemonte, Alberto Cirio, si smarcava avvertendo che nella regione le attuali condizioni avrebbero richiesto una ripartenza più lenta e graduale, di fatto più simile alla “Fase 1”.

A fronte di queste dichiarazioni, gli Odontoiatri piemontesi, al pari di tutti gli altri, si sono posti in attesa di un decreto regionale che chiarisse meglio i termini di ripresa della attività per gli studi, ma al momento nulla è ancora trapelato dalla Regione.

A complicare ulteriormente la situazione subalpina è stata la decisione dell’Assessore alla Salute, Luigi Icardi di promuovere test sierologici per tutto il personale sanitario, compresi Medici di famiglia, Pediatri di libera scelta e specialisti convenzionati, di tutte le Aziende sanitarie del Piemonte, escludendo completamente sia gli Odontoiatri e tutti gli altri specialisti che operano nel privato.

Una decisione che ha provocato la reazione dei presidenti CAO piemontesi, con l’appoggio e la totale condivisione di ANDI Piemonte. “Gli Odontoiatri – dichiara il Presidente regionale ANDI Paolo Battezzato – sono presenti capillarmente su tutto il territorio, e non possono prescindere da un diretto contatto con il paziente per le caratteristiche stesse delle prestazioni. A questo si aggiunga che la salute orale dei cittadini è affidata quasi completamente agli studi privati, per questo è illogico tagliare fuori la categoria dai test sierologici, così come è stato deciso anche per tutto il resto della sanità privata.
Dall’inizio di questa pandemia i dentisti si sono prodigati limitandosi ai casi urgenti e non differibili, così da limitare la circolazione dei cittadini e circoscrivere il contagio, donando i propri DPI alle strutture pubbliche esposte in prima linea, attivando raccolte di fondi per garantire l’acquisto di materiali e attrezzature.
Ora, con queste decisioni gli Odontoiatri piemontesi sembrano essere già stati del tutto dimenticati dalla Regione. Il documento che CAO ha inviato è doveroso e legittimo, anche in considerazione del valore statistico che l’Autorità regionale intenderà desumere dai dati, al fine di poter stabilire un impatto del contagio sulla popolazione. Un valore che potrebbe essere ottimizzato dal riscontro della Odontoiatria. Ribadiamo l’appoggio incondizionato di ANDI Piemonte ai presidenti CAO
– conclude Battezzato – auspicando che il Governatore Cirio e l’Assessore Icardi forniscano al più presto i chiarimenti necessari e soprattutto mettano in condizione gli Odontoiatri piemontesi di poter riprendere, con le opportune e doverose precauzioni, la completa attività professionale.”