Nuovamente in primo piano la “querelle Previmedical” anche nelle sezioni territoriali ANDI, quelle naturalmente più vicine al tessuto professionale che opera quotidianamente e che si trova a vivere in prima persona tali problematiche. Il 2 Aprile u.s. la Sezione ANDI di Milano Lodi Monza e Brianza, con il suo Presidente Domenico Di Fabio, ha organizzato un incontro aperto anche ai non soci avente per titolo “Questione Previmedical: punto della situazione e gestione delle criticità”.
Dopo le recenti iniziative del Presidente nazionale, Carlo Ghirlanda, la posizione di ANDI riguardo l’assistenza diretta che preveda un regime di convenzionamento con l’intervento di terzi paganti è ormai nota (https://andi.it/torna-dattualita-la-querelle-previmedical/), ma è stato comunque ritenuto importante per tutti, con la consulenza del coordinatore della Commissione Nazionale ANDI “Sanitá integrativa e convenzioni”,.Fabio Scaffidi, dare ulteriore spazio alla vicenda e ai dentisti coinvolti localmente.
Fondamentale e utile l’intervento del Presidente CAO di Milano Andrea Senna che ha confermato di aver chiesto chiarimenti ai vertici Previmedical riguardo le procedure di autorizzazione dei piani di trattamento con indicazione dei componenti della commissione medica competente, sollecitando la segnalazione di ulteriori eventuali elementi contrari alle regole e alla deontologia medica.
Le criticità evidenziate continuano sostanzialmente a configurarsi in quelle emerse a inizio 2018, in coincidenza dell’adesione del Fondo Metasalute al Network ovvero: aggravamento dei ritardi nei pagamenti; modifiche unilaterali da parte di Previmedical di vari aspetti e procedure nell’ iter autorizzativo rendendo l’approvazione del piano di cura sempre più lento; richiesta tardiva di documentazione sanitaria comprovante la reale esecuzione della prestazione con ulteriori macchinosi ritardi nella conclusione delle pratiche; assenza di interlocutori diretti ed indiretti e dichiarazioni di Previmedical agli organi di stampa volte ad attribuire la responsabilità della situazione alle strutture sanitarie, a causa di documentazione incompleta o per esecuzione di prestazioni non autorizzate.
Questa situazione si è poi aggravata ulteriormente in funzione di un accesso piú difficoltoso nel portale di gestione pratiche, di piani di trattamento respinti con diretta comunicazione al paziente e solo indiretta, via portale, al professionista e dell’oscuramento della visibilità delle strutture convenzionate non aderenti alla recente proposta contrattuale “Premium” di Previmedical.
Situazioni che trovano riscontro sia in molti autorevoli organi di stampa che nei diversi gruppi spontanei che hanno documentato via social quanto vissuto.
L’aspetto più grave in questa vicenda è che i disagi patiti dai professionisti si ripercuotano inevitabilmente sui pazienti convenzionati, costretti a sospendere le terapie o a ridimensionarle in funzione delle mancate accettazioni dei piani da parte di Previmedical e dalle lungaggini sui pagamenti.
Una situazione ostruzionistica, si auspica non creata artatamente, che lede l’indiscutibile diritto di scelta del curante da parte del cittadino, fortemente limitato dall’assistenza indiretta e dalle difficoltá della stessa assistenza diretta così organizzata.
In questo modo l’Odontoiatra vede minacciato il rapporto fiduciario con il proprio paziente e decadere il giusto diritto di vedere retribuito il proprio lavoro nei tempi e nei modi previsti, generando una profonda insoddisfazione in tutte le parti coinvolte.
Le richieste più urgenti emerse da questo incontro possono essere sintetizzate nel rispetto dei termini contrattuali; nello snellimento e semplificazione delle procedure burocratiche al fine di rendere più agevole l’autorizzazione, la cura e quindi il rimborso delle prestazioni professionali; in un rapporto interlocutorio reale e rispettoso dei ruoli con conseguente vantaggio per gli assistiti; nell’indicazione del nominativo e del titolo dell’Odontoiatra valutatore della pratica medica e, non ultimo, di un call center presente e preparato.
È altresì emersa la volontà di creare un comitato, per raccogliere eventuali criticità e istanze da affrontare, secondo le naturali competenze, a livello associativo-sindacale e/o ordinistico.