Covid e sicurezza negli studi, l’azione sindacale, il “modello Treviso” e gli impegni per il futuro di ANDI Treviso

Condividi su:

Un’ampia analisi delle attività della Sezione ANDI di Treviso, quella fatta per ANDI OGGI dal Segretario sindacale provinciale, Dario Zanella, che mette in risalto i maggiori punti di forza nell’ottica della situazione presente, ma con lo sguardo ai principali temi del prossimo futuro.

“In questi anni che hanno caratterizzato questo mondato la nostra Sezione provinciale ha conosciuto una grande vivacità con una serie di attività rese possibili dalla partecipazione dei soci, specialmente dei più giovani –dichiara Dario Zanella -, che non si è arrestata neppure di fronte ad una situazione del tutto inaspettata e impattante come la pandemia, anche grazie al supporto di BRAIN. Purtroppo, la battaglia con questo virus non pare ancora vinta e con tutta probabilità andremo incontro a nuove strette a causa delle nuove varianti che, con aspetti nuovi e preoccupanti, lasciano talvolta strascichi drammatici come il “long Covid”. Il ruolo del sindacato in questa partita è quello di essere un riferimento per i soci e di richiamare tutti a non abbassare la guardia, continuando con la campagna vaccinale e sollecitando, con l’informazione scientifica, i pazienti indecisi, ora anche tra i minori, a vaccinarsi quanto prima. La risposta dei colleghi è stata, fino ad oggi, ammirevole e collaborativa e ci ha permesso di far fronte in modo egregio alla prima ondata senza lasciare indietro nessuno. Successivamente, forti anche delle linee guida nazionali della campagna vaccinale e dei protocolli rigorosi, siamo risultati tra le attività sanitarie più sicure, garantendoci una ripresa quali normale del lavoro in studio. Un pensiero va comunque alle vittime anche tra i colleghi medici e odontoiatri che a causa di questa pandemia ci hanno lasciato.

Da un punto di vista dell’attività di Sezione, ANDI Treviso in questo mandato ha potuto contare su un gruppo di giovani che oggi è formato da una sessantina di colleghi, in maggior percentuale femminile, i quali afferiscono alle varie commissioni di lavoro. Ciascun membro del direttivo provinciale è, infatti, portavoce di una commissione di lavoro (ad oggi sindacale, culturale, sociale, Enpam, rapporti con altre province, comunicazione, sito, eventi, rapporti con la CAO) in cui lavora un gruppo di giovani che lo affianca anche nelle riunioni e negli appuntamenti istituzionali al fine di far crescere all’interno nuove figure dirigenziali e rendere ciascun membro del direttivo intercambiabile.

Questo processo in questi anni ci è valso l’appellativo di “modello Treviso”. In una provincia costituita all’incirca da 500 soci, la Sezione ANDI annovera ad oggi circa 300 collaboratori e 200 titolari di studio. Per questo come modus operandi della nostra azione sindacale, ciascun provvedimento viene da sempre analizzato nel duplice punto di vista di chi gestisce uno studio e di chi invece collabora presso terzi cercando i punti di incontro e le diverse esigenze tra i due soggetti. Proprio considerando la nostra struttura attuale, da subito, abbiamo deciso di puntare la nostra azione sindacale sul tema del passaggio generazionale, sulle aggregazioni tra professionisti a confronto in tutte le sue forme, sugli strumenti per la valutazione dello studio, sulle forme contrattuali finalizzate sia alla mera collaborazione che al subentro, fino a renderlo un carattere identitario della nostra Sezione. Riteniamo, infatti, che questo tema non sia più rimandabile e costituisca la vera sfida che ci attende nei prossimi anni nei quali sarà in gioco l’impianto stesso del modello libero professionale che oggi conosciamo. Intendiamo pertanto, come già facciamo, promuovere e potenziare un’azione di rete tra Sezioni e dirigenti ANDI al fine di studiare e produrre modelli riproducibili in tutta Italia usufruibili da chi se ne vorrà servire. Sarà fondamentale, al fine di non disperdere energie e risorse, una regia nazionale che coordini i passaggi di questi aspetti avvalendosi anche di professionisti atti a sviscerare e redigere materiale per questi punti.

Questo macro tema tocca inevitabilmente anche l’aspetto previdenziale e l’impatto generazionale sui modelli di redditività che oggi conosciamo e che, come ANDI Treviso, abbiamo diviso in aree tematiche con serate dedicate, ovvero la parte assistenziale di Enpam, la parte per i giovani (riscatto laurea, allineamento, malattia e infortunio, acquisto prima casa e per lo studio professionale, congedo parentale, riscatto ancora da studenti), la redditività pensionistica e la previdenza circolare e le pensioni integrative.
Imprescindibile una collaborazione con le Università locali al fine di garantire fin da studenti una consapevolezza di cosa sia il passaggio pubblico/privato, l’importanza dell’associazionismo e di fare rete, gli aspetti extra clinici della professione e la necessità, da più parti richiestaci, di studiare formule che permettano a chiunque (non solo giovani) di agire da primo operatore su paziente (magari nei weekend per chi lavora a favore di fasce di popolazione con ISEE bassi) anche nelle branche più specialistiche quali ad esempio implantologia, parodontologia, gnatologia, protesi.

Altro aspetto che ci vede impegnati, in coordinamento con le altre province venete, è sicuramente quello autorizzativo che attraverso i contatti con le istituzioni stiamo cercando “sburocratizzare” con modelli più snelli e pragmatici, ma soprattutto omogenei nei diversi territori provinciali della regione, anche in funzione di subentri o aggregazioni tra professionisti.

A questo macro tema, che accentra gran parte dei nostri sforzi, si aggiungono anche altri temi sindacali come quello della formazione e l’aggiornamento della figura ASO per cui abbiamo attivato una squadra, con relativi sostituti,  che gestisce le lezioni dei corsi dedicati. Riteniamo tuttavia che, se non seguiranno modifiche al DPCM o nuove deroghe, il problema dell’art. 13 ovvero la “disposizione transitoria” che permette fino alla fine della deroga di assumere personale privo di titolo con l’obbligo da parte del datore di lavoro di qualificarlo entro 36 mesi, a partire da aprile 2022, i titolari potranno assumere solo personale già qualificato. Questo creerà grossi problemi di personale, vista l’improbabilità per una persona priva di contratto di lavoro di decidere volontariamente di partecipare a un corso di formazione annuale cosi specifico e conseguentemente poter far fronte alla domanda, in particolare a quella transitoria (ad esempio le sostituzioni per maternità).

All’azione sindacale si affianca una forte azione sociale con l’attivazione del progetto di Fondazione ANDI Onlus “Adotta un sorriso” e un vasto programma culturale con corsi teorici, teorico pratici gratuiti per i nostri soci, oltre a quelli dedicati alla sicurezza, con l’attivazione, da gennaio, dei corsi RSPP.


Queste attività per una Sezione provinciale
– conclude Zanella -, con la possibilità di essere contemporaneamente impegnati su diversi fronti, sono estremamente gratificanti, ma possono esistere solo se continuerà il grande impulso verso l’associazionismo e la condivisione attuali, dove ciascuno si sa prendere un pezzetto di responsabilità senza che l’intera attività debba gravare sulle spalle di pochi.