63° Congresso Scientifico Nazionale ANDI. Massimiliano Medi, Presidente ANDI Bologna: l’importanza di una formazione professionale continua per i più giovani.

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Il 63° Congresso Scientifico Nazionale di ANDI e il contemporaneo Congresso ANDI con i Giovani rappresentano una importante occasione di incontro per il comparto odontoiatrico e per guardare con fiducia al futuro della professione. Il Presidente ANDI Bologna, Massimiliano Medi, sottolinea il ruolo della formazione, in particolare per i più giovani e il grande interesse per il WEO, il workshop di economia dedicato all’Odontoiatria, quale evento pre-congressuale di grande prestigio.

Il Congresso Scientifico Nazionale di ANDI, come ogni anno, sarà un appuntamento di prestigio e vedrà relatori di altissimo livello. Nello specifico, vorrei porre l’accento sul programma del venerdì mattina, perché il workshop economico, l’evento pre-congressuale, rappresenterà per ANDI un momento fondamentale per l’analisi congiunturale e quindi potrà dare all’Associazione informazioni preziose su quelli che saranno gli scenari futuri a livello economico. Per quanto riguarda la parte scientifica del Congresso, le sessioni sono tutte molto importanti e ben organizzate. Da Presidente provinciale della sezione di Bologna, vorrei vedere una significativa partecipazione della componente under 35, quella più giovane.

Una formazione professionale continua per i più giovani è un aspetto fondamentale.

Per ANDI Bologna, tutte le forme che possono agevolare e rendere più snello il passaggio generazionale nella professione rappresenteranno il futuro. È chiaro che occorre che presenzi a questo dibattito sia una parte senior sia una parte junior, perché altrimenti il patto generazionale non può esistere. Mi auguro che la presenza dei giovani al Congresso Scientifico sia numerosa perché è un argomento fondamentale su cui bisogna avere sempre attenzione. Da Presidente provinciale mi pongo sempre domande su cosa stiamo facendo come gruppo dirigente su quest’aspetto. Sul territorio, in particolare nelle regioni del nord Italia, riscontriamo purtroppo che le proposte di collaborazione provengono più dall’odontoiatria commerciale che non dall’odontoiatria clinica, anche a causa del calo del lavoro presso gli studi tradizionali e ciò rappresenta un problema per i giovani.

Noto anche che la componente giovanile, forse, dovrebbe avere maggiore brama nella propria evoluzione umana e clinica: quando io ero giovane, avevo un continuo desiderio di migliorarmi, professionalmente ed umanamente. Fare libera professione oggi significa impegnarsi e rischiare, impiegando tempo e fatica ed io credo ancora che il laureato in odontoiatria abbia nell’attività libero-professionale autonoma lo sbocco naturale della propria professione, aldilà di alcune difficoltà che oggi sono ben più presenti di una volta.

A Bologna portiamo avanti un programma culturale di livello molto elevato, grazie, soprattutto, ad alcuni professionisti di rilievo nazionale presenti nella commissione culturale. Abbiamo, però, una partecipazione dei giovani under 35 non così alta. Oggi, purtroppo vedo poca attenzione su questo aspetto ma ciò non può essere una sconfitta, anzi, citando un motto che c’entra poco con il settore odontoiatrico, ma che rende l’idea, bisogna sempre “essere affamati”, come ricordava Steve Jobs.

Per quanto riguarda il territorio della provincia di Bologna, nella fase post-lockdown, in cui diversi colleghi sono andati in pensione, c’è stato comunque un discreto turn over. In generale, ritengo che coloro i quali vogliono fare libera professione siano purtroppo una minoranza e noi tutti dovremmo cercare di incrementare queste percentuali. Da un punto di vista tecnico, almeno in Emilia-Romagna i prossimi dieci anni saranno una grande opportunità per i giovani, in quanto la media anagrafica tenderà a crescere ancora. ANDI ha sicuramente un ruolo fondamentale nel fare incontrare le due parti, un punto chiave della nostra professione.