ANDI in merito all’autorizzazione sanitaria

Sono soddisfatto che anche AIO abbia deciso di contestare l’intesa Stato Regioni in tema di autorizzazioni sanitarie approvata nel giugno 2016”.
A dirlo è il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada commentando la nota diffusa nei giorni scorsi da AIO a seguito della sentenza del Consiglio di Stato (23/2017) con la quale viene ribadito che l’autorizzazione è necessaria solo per gli ambulatori che praticano interventi “di chirurgia ambulatoriale o procedure diagnostiche e terapeutiche di particolare complessità o che comportino un rischio per la sicurezza del paziente”.

Secondo quanto diffuso l’AIO avrebbe intenzione di chiedere alle Regioni di non attuare l’intesa.

ANDI – ricorda il Presidente Prada – già nel luglio 2016 ha presentato ricorso al TAR Lazio contro l’Accordo approvato dalla Stato Regioni con le nuove norme in tema di autorizzazioni sanitarie per gli studi odontoiatrici, notificandolo a tutte le Regioni e intimandone la non applicazione”.

Un testo che aveva fin dalla sua prima stesura visto ANDI fortemente critica. ANDI che era riuscita in un primo tempo a convincere le Regioni a rimandare il testo al Ministero della Salute, indicando anche alcuni interventi da apporre, interventi che non sono stati accolti, stando al testo approvato.

Tra i punti critici rilevati da ANDI i nuovi requisiti strutturali previsti, che metterebbero a rischio l’esercizio della professione per realtà da tempo operative obbligandole ad adeguamenti impossibili, come alcune procedure che risulterebbero inapplicabili, così come la scelta di classificare le strutture sulla base del numero di riuniti e del personale operante e non sulla complessità delle terapie praticate o sulla personalità giuridica di chi richiede l’autorizzazione. Addirittura il direttore sanitario non risulta obbligatorio per le strutture che hanno fino a cinque riuniti.

I nostri legali, a quasi due anni dalla data di presentazione del ricorso, non hanno ancora ottenuto la comunicazione che indica quando il ricorso sarà discusso”, continua Prada. “Sono però convinto che il fatto che l’Accordo non sia stato recepito e considerato dalle Regioni, neppure da quelle che hanno recentemente legiferato in materia di autorizzazioni sanitaria, sia dovuto proprio al fatto che su quel testo pende il nostro ricorso”.